Diversamente abile per dodici anni prigioniero, il fratello-padrone rinviato a giudizio
L’orrore in una proprietà di Nicotera dove la vittima sarebbe stata costretta a vivere in una condizione «intollerabile, penosa, disumana»
Una storiaccia di disumanità che approda al dibattimento. Il gup di Vibo Valentia, accogliendo la richiesta formulata dal pm Corrado Caputo, ha disposto il rinvio a giudizio di Vincenzo Vecchio, 65 anni, di Nicotera, accusato di aver brutalizzato, per ben dodici anni, con violenze fisiche e verbali il fratello convivente, affetto da grave deficit psicofisico. L’imputato, difeso dall’avvocato Domenico Tripaldi, sarà sottoposto a processo con rito ordinario a partire dal prossimo 15 aprile. Parte civile al processo, la vittima, assistita dall’avvocato Francesca Comito.
Un autentico orrore quello che i carabinieri, con il coordinamento della Procura di Vibo Valentia, scoprirono nella proprietà di Vincenzo Vecchio, che avrebbe costretto il congiunto affidato alle sue cure a vivere in una condizione di insopportabile degrado igienico ed umano, perfino in un pollaio. Nei suoi confronti avrebbe assunto – si legge nel capo di imputazione – «atteggiamenti offensivi, violenti, prevaricatori ed intimidatori, percuotendolo ed insultandolo in maniera reiterata e gratuita, mantenendo un costante atteggiamento intimidatorio tale da indurre nel fratello un vero e proprio senso di terrore». Una situazione «intollerabile, penosa, disumana» a cui una persona fragile, affetta da un gravissimo deficit psicofisico, e per questo bisognevole di attenzioni e cure, sarebbe stato sottoposta, isolata dal mondo, ininterrottamente dal 2005 al 31 agosto 2017, quando le forze dell’ordine intervennero fermando quello che si palesò immediatamente come un orrore.