Ingiusta detenzione: respinta la richiesta di indennizzo di Salvatore Mancuso
La Cassazione ha ritenuto inammissibile il ricorso presentato dal figlio del boss della ‘ndrangheta Giuseppe Mancuso
E’ stato dichiarato “inammissibile” dalla settima sezione penale della Corte di Cassazione il ricorso di Salvatore Mancuso, 24 anni, residente a San Gregorio d’Ippona, figlio del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Giuseppe Mancuso, alias “’Mbrogghja”, da tempo detenuto per una condanna definitiva quale mandante di alcuni omicidi compiuti a Polistena e Laureana di Borrello.
Salvatore Mancuso era stato arrestato il 13 dicembre del 2012 con l’accusa di concorso in rapina aggravata ai danni di un autotrasportatore. Il 2 ottobre del 2014 era stato però assolto dal Tribunale di Vibo Valentia e la sentenza era poi divenuta irrevocabile. Da qui la richiesta di Salvatore Mancuso di ottenere l’indennizzo per l’ingiusta detenzione, con la decisione della Corte d’Appello di Catanzaro di respingere la domanda per l’insussistenza dei presupposti del diritto alla riparazione. I giudici avevano infatti ritenuto che nel comportamento di Salvatore Mancuso fossero ravvisabili gli estremi della “colpa grave”, preclusiva al riconoscimento dell’indennizzo richiesto.