«Carcere ingiusto distrugge le vite», il caso Callipo tiene banco all’apertura dell’anno giudiziario
VIDEO - Il presidente distrettuale dell’ordine degli avvocati, Antonello Talerico, ha ricordato gli otto mesi di carcere in cui l’ex primo cittadino di Pizzo «ha perso tutto: la sua libertà, la sua carica di sindaco, forse anche la sua dignità»
di Luana Costa
Si è celebrata questa mattina, nell’aula bunker di Lamezia Terme allestita per il processo Rinascita Scott, l’inaugurazione dell’anno giudiziario del distretto di Corte d’Appello di Catanzaro. Alla cerimonia era presente il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
«Ingiuste detenzioni»
Critiche sono piovute, nel corso della cerimonia, dall’ordine degli avvocati sul tema delle ingiuste detenzioni. Il presidente distrettuale Antonello Talerico ha infatti rigirato il dito nella piaga riportando i dati riguardanti il distretto di Catanzaro: «Dagli ultimi dati ufficiali la Calabria nel 2019, ha fatto registrare 212 (su 1000 in tutta Italia) nuovi casi di ingiusta detenzione (83 nel Distretto di Catanzaro), con oltre 15 milioni di euro di risarcimento del danno. Sennonché, in questi mesi la stampa nazionale si è occupata di alcune importanti inchieste giudiziarie, per numero di persone coinvolte e per il ruolo ricoperto da alcuni indagati, del distretto di Catanzaro, a volte più per gli scontri mediatici a distanza che non per le singole operazioni in sé».
«Nessun pressione sulla magistratura»
«Resta inteso – aggiunge – che siamo tutti convinti che in Calabria occorra procedere allo smantellamento degli apparati deviati, di quelli collusi e di quelli che con la ‘ndrangheta fanno affari. Ma occorre anche che la magistratura giudicante non subisca pressioni mediatiche o peggio ancora condizionamenti ambientali, anche indiretti e indotti da fattori contingenti. Orbene, molti dimenticano che se c’è una Procura che chiede l’applicazione di una misura custodiale, la stessa viene applicata solo a seguito di una valutazione fatta da altro magistrato circa la sussistenza o meno delle condizioni che l’ammettono. Ciò che fa paura è la circostanza che in alcune occasioni, nonostante anche il Tribunale della Libertà avesse confermato le valutazioni del gip rigettando il riesame del soggetto cautelato, è capitato che la Cassazione, a distanza anche di mesi dalla carcerazione, adottasse un provvedimento di contrario avviso escludendo addirittura gli indizi di reato».
Il sindaco di Pizzo Gianluca Callipo
«È ad esempio – ha fatto presente Talerico – la storia di un sindaco di un comune calabrese (il riferimento implicito, visto che non viene espressamente citato, è a Gianluca Callipo, ex sindaco di Pizzo, ndr), che in quegli otto mesi di carcerazione ha perso tutto: la sua libertà, la sua carica di sindaco, la sua famiglia, la sua pace, forse anche la sua dignità di uomo. È una storia che può capitare a qualsiasi cittadino ingiustamente detenuto. L’avvocatura non commenta le inchieste, ma deve avversare nel pieno rispetto di uno Stato di Diritto e non di Polizia, la violenza populista che si innesca a danno di chi risulta essere semplicemente, ancora, una persona indagata, esposta alla gogna mediatica, anche in conseguenza della pubblicazione e diffusione immediata di contenuti intercettivi equivoci e spesso anche indifferenti rispetto all’ipotesi accusatoria. Segmenti di vita personale ed intima che diventano la principale attrattiva dell’opinione pubblica, a prescindere dall’interesse sull’effettiva responsabilità o colpevolezza ed a prescindere dalla conoscenza dei fatti di rilievo penale. Ma questa non è la finalità del diritto e del processo penale. Non è giustizia».
Guarda l’intervento di Talerico (dal minuto 1:10:45)