Covid 19, il dramma della solitudine di una coppia di anziani a Maierato
Lei è infetta e, per salvare la vita del marito, è costretta a stargli lontano. Ma lui non è autosufficiente. Il pantalone bagnato d’urina asciugato con una stufa metafora del loro abbandono
Un lettino spoglio. Una stufetta elettrica e un anziano mezzo nudo, rannicchiato davanti alla piccola fonte di calore. Ha in mano un paio di pantaloni del pigiama che sta asciugando. «Sono bagnati della sua stessa urina», racconta un vicino di casa che ha scattato una foto emblematica, così denunciando l’abbandono dei due malati di Covid. «Persone lasciate sole e senza assistenza alcuna – dice il testimone alla nostra redazione -. Nella totale disperazione». L’anziano, ultranovantenne, sarebbe incapace di prendersi cura di sé. Sua moglie se n’è sempre presa cura, fino a pochi giorni fa, quando ha scoperto di essere positiva al Covid. Suo marito potrebbe, così, non aver contratto il virus: il condizionale è d’obbligo, «nessuno infatti – dice il vicino – si sarebbe finora preoccupato di sottoporlo a tempone molecolare».
Sua moglie però è positiva. E così ha limitato i contatti con il congiunto. Si è isolata in un appartamento al piano di sopra. E suo malgrado ha dovuto lasciare da solo il marito 94enne. «Lo ha fatto per salvargli la vita», dice il vicino. Il virus che attecchisce e prolifera nell’organismo di un soggetto fragile potrebbe essere fatale. Lo spia dalle scale, la moglie. Ascolta i suoi passi per assicurarsi che sta bene. Gli prepara da mangiare e glielo lascia davanti alla porta della stanza. Avrebbe chiesto aiuto Eva, ma nessuno si sarebbe fatto avanti. È malata e impossibilitata a prendersi cura del suo anziano compagno di una vita. È fragile. Ed è una donna sola. Il dramma della solitudine che accomuna molti anziani malati di Covid, si sta consumando in un appartamento di Maierato. «Fate qualcosa per questa coppia» , il grido d’aiuto di Ettore, il vicino, che si rivolge a noi per portare alla luce questa situazione e richiamare l’attenzione delle autorità preposte – Asp e Comune – affinché intervengano «prima che sia troppo tardi, perché la disperazione, prima del Covid, può portare a compiere gesti insani».