Corruzione in atti giudiziari: rito abbreviato per l’avvocato Armando Veneto
Nell’inchiesta sono indagati anche due vibonesi, oltre ad esponenti del clan Bellocco di Rosarno che avrebbero consegnato denaro al defunto giudice Giusti


Hanno optato per il rito abbreviato tre degli imputati dell’inchiesta della Dda di Catanzaro su un presunto accordo corruttivo tra un giudice ed esponenti della ‘ndrangheta per ottenere una scarcerazione. Saranno giudicati con il rito alternativo – quindi a porte chiuse ed allo stato degli atti – l’avvocato del foro di Palmi Armando Veneto, 86 anni (ex deputato ed ex parlamentare europeo dell’Udeur, già sindaco di Palmi con il Partito popolare, già sottosegretario al Ministero delle Finanze e dal 2016 presidente del Consiglio delle Camere Penali italiane), Domenico Bellocco, alias “Micu u longu”, 44 anni, di Rosarno, e Vincenzo Albanese, 44 anni, di Rosarno.
Per loro il processo con rito abbreviato è stato fissato al 23 giugno. Prosegue, invece, l’udienza preliminare per Giuseppe Consiglio, 51 anni, di Rosarno, Vincenzo Puntoriero, 67 anni, originario di Rosarno ma residente da tempo a Vibo Valentia (arrestato nell’operazione “Rinascita-Scott”); Gregorio Puntoriero, 42 anni, di Vibo Valentia, e Rosario Marcellino, 47 anni, di Rosarno.
Per l’avvocato Armando Veneto i reati ipotizzati sono quelli di concorso in corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. Per tutti gli altri i reati ipotizzati sono quelli di corruzione in atti giudiziari aggravata dalle finalità mafiose. In cambio di una scarcerazione di un componente del clan Bellocco sarebbe stato consegnato denaro al giudice Giancarlo Giusti (deceduto) per magistrato relatore al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria.
Le contestazioni risalgono ad agosto 2009. Il giudice Giusti avrebbe accettato la somma complessiva di 120mila euro da Rocco Bellocco, Rocco Gallo, Giuseppe Gallo e Gaetano Gallo (già giudicati separatamente) e da Domenico Bellocco. La dazione di denaro sarebbe stata finalizzata – attraverso l’intercessione con Giusti da parte dei due Puntoriero e dell’avvocato Veneto – ad ottenere la scarcerazione di Domenico Bellocco (cl. ’80), figlio di Rocco Bellocco, e cugino di Domenico Bellocco cl. ’77.
Armando Veneto, Vincenzo Puntoriero, Gregorio Puntoriero, Vincenzo Albanese, Giuseppe Consiglio e Rosario Marcellino sono poi accusati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, in forza del rapporto di amicizia con il giudice Giusti “avrebbero fornito un concreto apporto al rafforzamento della cosca Bellocco di Rosarno.
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