Casi di Covid nel carcere di Vibo, il sindacato: «Infondati allarmismi»
L’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria si scaglia contro chi ha divulgato i dati: «potrebbe incorrere in una denuncia per procurato allarme»
In merito alla notizia sui casi di positività al coronavirus all’interno del carcere di Vibo Valentia, interviene l’Unione Sindacati di Polizia Penitenziaria che afferma come il quadro generale della sicurezza sanitaria del penitenziario sia assolutamente sotto controllo. «A fronte delle oltre 500 unità, tra detenuti e personale dipendente – precisa il dirigente sindacale Giovanni Maruca – non c’è neanche un positivo con sintomi e solo una decina di asintomatici tra detenuti e personale. Peraltro tali soggetti positivi sono stati isolati per tempo grazie ad uno screening generale fortemente voluto dal direttore Angela Marcello e dal comandante Salvatore Conti.
«Situazione sotto controllo»
Pertanto avendo effettuato negli ultimi 10 giorni e fino alla giornata di ieri uno screening generale di tutta la popolazione del penitenziario, possiamo dire con certezza che la situazione è sotto controllo». I protocolli previsti dall’amministrazione prevedono tre gradi di allerta, ed attualmente la prima soglia minima, che scatterà al raggiungimento del 5% di contagi, risulta ancora lontana, soprattutto se si considera il dato nazionale generale del 12%. Dal canto suo, il segretario locale della Federazione Nazionale Sicurezza della Cisl Sergio Pascale conferma come solo grazie all’iniziativa di screening preventivo si sia evitato che i contagi potessero sviluppare in un vero e proprio focolaio. «E’ naturale- prosegue Pascale – che in seguito ad una attività di prevenzione e monitoraggio così capillare e generale, che pone Vibo Valentia tra i primi posti della Nazione, su 500 tamponi molecolari effettuati, siano risultati un totale di dieci positivi asintomatici, tra detenuti e personale, prontamente isolati sanitariamente di concerto con l’Asp.
Scatta la denuncia per procurato allarme
Nell’auspicare che anche le altre amministrazioni seguano l’esempio della direzione di Vibo Valentia, il segretario della Federazione Nazionale Sicurezza della Cisl, invita le autorità competenti «a fare luce sulle fonti da cui sono stati divulgati questi infondati allarmismi, configurabili anche come reato di procurato allarme, che possono seriamente minare anche alla sicurezza del penitenziario»