lunedì,Novembre 4 2024

Rinascita-Scott: il Tribunale di Vibo in camera di consiglio per la riunione di tre tronconi processuali

Respinta la richiesta di astensione di due giudici e per tale motivo l’avvocato Brancia deposita ricusazione del Collegio dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro. Diversi gli imputati in isolamento sanitario a causa del coronavirus

Rinascita-Scott: il Tribunale di Vibo in camera di consiglio per la riunione di tre tronconi processuali
L'aula bunker di Lamezia Terme

Tribunale collegiale di Vibo Valentia (presidente Brigida Cavasino, a latere i giudici Gilda Romano e Claudia Caputo) in camera di consiglio per decidere sulla riunione di tre tronconi del processo con rito ordinario nato dall’operazione Rinascita-Scott. Al troncone principale, che vede sotto processo 322 imputati, si dovrà decidere se unire quello che vede a giudizio Francesco Cracolici di Maierato, Giuseppe Camillò di Vibo Valentia, Franco Barba di Vibo. A tali imputati vanno quindi ad aggiungersi gli imputati che avevano scelto il giudizio immediato: gli avvocati Giancarlo Pittelli e Giulio Calabretta, l’imprenditore vibonese Mario Lo Riggio, l’ex sindaco di Nicotera (ed ex consigliere provinciale di Vibo) Salvatore Rizzo. A rappresentare l’accusa oggi in aula il procuratore di Catanzaro, Nicola Gratteri, ed i pm della Dda, Annamaria Frustaci e Antonio De Bernardo. Due dei giudici componenti del Collegio (Brigida Cavasino e Gilda Romano) nella precedente udienza si erano astenuti per incompetenza funzionale in quanto componenti del Tribunale che ad ottobre ha emesso la sentenza del processo “Nemea” contro il clan Soriano in cui sono confluiti una parte degli atti di Rinascita-Scott. L’astensione è stata tuttavia respinta dal presidente del Tribunale di Vibo, Antonio Erminio Di Matteo, in quanto ha ritenuto che i la precedente decisione nel processo contro il clan Soriano non rende i due giudici (Cavasino e Romano) incompatibili a trattare il processo Rinascita-Scott. Il pm della Dda, Antonio De Bernardo, intervenendo dinanzi al Tribunale collegiale ha sottolineato che l’aula di udienza è disponibile anche sei giorni a settimana. “E’ una sfida – ha sottolineato il pm – alla quale non ci possiamo sottrarre, vale a dire quella di concludere il processo nei termini di custodia cautelare per evitare la scarcerazione degli imputati. Il collaboratore di giustizia, Gaetano Cannatà, ci ha già detto che alcuni imputati puntano alla scadenza dei termini di custodia cautelare ed è anche per questo che anticipo che come ufficio di Procura avanzeremo istanza di sospensione dei termini di custodia cautelare. Il processo secondo noi durerà tanto, ma la sfida è quella di concluderlo nonostante i problemi con la trascrizione delle intercettazioni”. [Continua dopo la pubblicità]

LA RICUSAZIONE DEL COLLEGIO

Di diverso avviso l’avvocato Diego Brancia, secondo il quale il Collegio giudicante (o almeno due giudici dello stesso) ha già espresso un giudizio di colpevolezza nel troncone Nemea-Rinascita e ciò rende i giudici incompatibili funzionalmente. Per tale ragione, l’avvocato ha depositato richiesta di ricusazione (anche nell’interesse dell’imputato e avvocato Francesco Stilo) del Tribunale collegiale di Vibo del maxi-processo Rinascita-Scott dinanzi alla Corte d’Appello di Catanzaro.

DIVERSI IMPUTATI IN ISOLAMENTO SANITARIO

Diversi gli imputati non presenti in video-collegamento in quanto posti in isolamento sanitario a causa del coronavirus. Si tratta di: Angelo Accorinti, 30anni, di Zungri; Bruno Barba, 47 anni, di Vibo Valentia; Giuseppe Barbieri, 29 anni, di Rombiolo; Francesco Carnovale, 53 anni, di Vibo Valentia; Emanuele La Malfa, 34 anni, di Limbadi; Valerio Navarra, 28 anni, di Pernocari di Rombiolo; Nazzareno Fiorillo, 56 anni, di Piscopio, detti “U Tartaru”; Francesco Fortuna, 41 anni, di Sant’Onofrio; Giovanni Rizzo, 49 anni, di Nicotera. 

Fra gli enti pubblici, parti civili nel processo la Presidenza del Consiglio, il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero della Giustizia, il Ministero della Difesa e il commissario straordinario antiracket (avvocato Matarrese), la Regione Calabria (avvocato Michele Rausei), la Provincia di Vibo Valentia (avvocato Maria Rosa Pisani), i Comuni di Vibo Valentia (avvocato Maristella Paolì), Pizzo Calabro, Limbadi e San Gregorio d’Ippona (avvocato Massimiliano De Benetti), Stefanaconi (avvocato Daniela Fuscà), Tropea, Ionadi, San Costantino Calabro, Cessaniti (avvocato Domenico Talotta), Ricadi (avvocato Talotta pur se nel mese di dicembre era intervenuta una revoca nei confronti del legale da parte della giunta comunale), Filandari (avvocato Domenico Paglianiti), Zungri (avvocato Paolo Del Giudice), Sant’Onofrio (avvocato Antonietta La Monica), Nicotera (avvocato Michele Pagnotta), Filogaso (avvocato Raffaele Gullo), Maierato (avvocato Talotta, ma in questo caso il Comune ha scelto di non costituirsi parte civile nei confronti degli imputati Pittelli, Calabretta, Lo Riggio e Rizzo.

Alla riunione dei procedimenti si sono opposti gli avvocati Guido Contestabile, salvatore Staiano, Francesco Calabrese, Attilio Matacera e Vincenzo Gennaro.  

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