Scontro diocesi-Fondazione di Natuzza, spiragli di dialogo dall’assemblea dei soci fondatori
La riunione si è tenuta nonostante il diktat del vescovo Renzo ma non si è proceduti alla surroga dei componenti dimissionari raccogliendo l’invito alla “conciliazione”
Giunti sull’orlo del baratro, si apre finalmente un barlume di speranza per la positiva soluzione dello scontro in atto tra la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea e la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” di Paravati, susseguente alla mancata approvazione delle riforme dello statuto richieste dal vescovo Luigi Renzo.
Dopo il recente diktat con il quale il presule intimava i soci fondatori a non procedere all’“illegittima” assemblea chiamata alla surroga dei sette componenti del direttivo e dei tre revisori dei conti dimissionari dal giorno dello strappo ad oggi, la giornata di ieri non sembrava far presagire nulla di buono. Soprattutto quando si era capito che l’incontro sarebbe in ogni caso avvenuto.
Dal contenuto della riunione, al contrario, sono per fortuna emersi insperati risvolti positivi, soprattutto per il nutrito popolo di figli spirituali di Natuzza Evolo sparsi per il mondo, il quale, in larga maggioranza, stanco di deleterie polemiche e di inutili bracci di ferro, da sempre chiede solo di vedere al più presto consacrata la Grande chiesa della “Villa della Gioia”, e che quanto seminato in vita dall’umile donna di Paravati non venga disperso per futili interessi di “bottega” che, tra l’altro, nulla hanno a che fare con vicende ultraterrene.
Nessuna decisione in merito alla sostituzione dei membri del direttivo dimissionari è stata presa, nessuna votazione è stata fatta al riguardo. L’assemblea, invece, assente il presidente ad interim dimissionario Marcello Colloca e le altre “colombe”, ha rappresentato una salutare occasione di confronto e di discussione sul da farsi, indice del fatto che si voglia prendere tempo e che il lavoro sottotraccia della commissione nominata ad hoc dalla Conferenza episcopale calabra per mediare tra le parti sta, tutto sommato, producendo i suoi frutti.
Tra gli interventi, quello dell’ex tesoriere, nonché direttore della Fondazione, padre Michele Cordiano, il quale avrebbe sottolineato che l’unica via da perseguire è quella della conciliazione, della ricerca di un punto d’incontro con monsignor Renzo. Un messaggio chiaro, che, sommato ad altri emersi nel corso dell’incontro, sembra andare nella direzione della ricerca di una ricucitura dello strappo tra l’Ente voluto da “Mamma Natuzza” per la realizzazione della “Villa della Gioia”, il presule miletese e la Chiesa che egli oggi rappresenta.
Nella disposizione canonica di sospensione dell’assemblea, monsignor Renzo aveva lasciato uno spiraglio aperto dichiarando di sentire, “per amore a Natuzza e alla sua opera”, il dovere di dialogare perché “si addivenga da chiunque ha a cuore la causa della soluzione canonicamente e civilmente corretta già raggiunta dopo due anni di comune lavoro e approvata dal Cda a maggioranza il 25 agosto del 2017 e poi confermata dal successivo Cda del 13 settembre”. Le parole di padre Cordiano sembrano andare proprio in questa direzione, il che fa ben sperare per il futuro. E anche se il cammino rimane ancora lungo e irto di ostacoli, la strada verso la “risalita” appare ormai tracciata… per non dire obbligata.
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