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Assenteismo nel distretto sanitario di Serra, la Corte dei Conti condanna 7 convenuti

Dovranno risarcire l’Asp di Vibo Valentia. In sede penale invece, unitamente ad altri indagati, udienza a febbraio dinanzi al gup

Assenteismo nel distretto sanitario di Serra, la Corte dei Conti condanna 7 convenuti

Arriva la sentenza della Corte dei Conti calabrese per alcuni dirigenti medici e dipendenti dell’Asp di Vibo Valentia, in servizio nel distretto sanitario di Serra San Bruno, accusati di essersi ingiustificatamente assentati dal posto di lavoro.
In particolare, l’accertamento dei giudici contabili ha preso in esame la responsabilità amministrativa dei convenuti in relazione alla prospettazione di danno erariale che gli stessi avrebbero cagionato per essersi allontanati più volte tra il 5 dicembre 2017 e il 24 aprile 2018 (periodo di osservazione da parte dei carabinieri) dal posto di lavoro per motivi personali, omettendo la prevista timbratura del cartellino attraverso il sistema elettronico di rilevazione delle presenze, risultando, così, in servizio. A tutti i convenuti la Procura contabile contestava, oltre al danno patrimoniale avendo, comunque, percepito la retribuzione delle ore non effettivamente lavorate, anche di aver arrecato danno all’immagine dell’amministrazione di appartenenza. Venuta meno una parte della norma a seguito di una pronuncia della Corte costituzionale, resta per la Corte dei Conti nel caso di specie il danno all’immagine e il danno patrimoniale diretto. Per tale motivo, i giudici contabili hanno condannato i convenuti a risarcire l’Asp di Vibo nella seguente misura: Abronzino Maria (dirigente medico), di Serra San Bruno, 1.483,75 euro; Albanese Domenico (collaboratore amministrativo professionale), di Serra San Bruno, 661,88 euro; Barbara Francesca (assistente), di Serra San Bruno,  748,00 euro; Forte Filippo (collaboratore), di San Nicola da Crissa 1.026,17 euro; Iorfida Maria Teresa (coadiutore), di Serra San Bruno, 330,70 euro; Marchese Salvatore (coadiutore), di Spadola, 673,51 euro; Paglianiti Gregorio (medico specialista), di Tropea, 1.283,21 euro. [Continua dopo la pubblicità]

Per il calcolo degli importi si è tenuto conto anche del criterio matematico consistente nella moltiplicazione della paga oraria media dell’epoca per il tempo non lavorato. La difesa della Abronzino, con l’avvocato Giuseppe Pitaro, aveva evidenziato che il giudice del Lavoro di Vibo Valentia, dopo aver sospeso in via cautelare il procedimento disciplinare, ha accolto il ricorso nel merito valorizzando la circostanza che la convenuta godesse di un credito orario; era stata altresì evidenziata dalla difesa la sproporzione tra le ore di assenza contestate e la sanzione irrogata, pari a trenta giorni di sospensione.

Per la Corte dei Conti, però, a fronte dell’informativa dei carabinieri e della documentazione fotografica allegata, la Abronzino nella propria memoria difensiva non fornisce alcuna prova che le assenze siano state determinate da esigenze di servizio, né allega alcuna idonea documentazione giustificativa rilasciata dall’amministrazione sanitaria”. I giudici contabili escludono da responsabilità solo alcune assenze ma “nessuna valenza può avere l’affermazione difensiva che ritiene di valutare il credito orario di cui la stessa godeva, pari a 5 ore e 39 minuti. Ritiene in merito il Collegio – si legge in sentenza – che il carattere chiaramente illecito dei comportamenti tenuti nella vicenda, esclude ogni compensazione di siffatte assenze con il credito orario vantato, che proprio in relazione al comportamento illecito è rimasto immutato nel suo ammontare”. Maria Abronzino è anche la madre dell’attuale sindaco di Serra San Bruno, Alfredo Barillari, che nel settembre scorso ha ottenuto una storica vittoria elettorale battendo nelle urne, con la sua lista “Liberamente”, il c.d. “Accorduni” politico fra Brunello Censore e Nazzareno Salerno.

Per quanto riguarda Gregorio Paglianiti, la Corte dei Conti sottolinea che dall’esame della memoria difensiva non emergono circostanze idonee a giustificare gli allontanamenti dall’ufficio. Anche la riferita circostanza che, in alcuni casi, egli non abbia “lasciato” il distretto sanitario, sostando all’interno del piazzale, integra comunque un allontanamento dal posto di lavoro, atteso che, in quei frangenti, la doverosa prestazione lavorativa non veniva espletata”. Ingiustificate sono state ritenute dai giudici contabili anche le assenze degli altri convenuti.

Per tutti i condannati dalla Corte dei Conti, unitamente ad altri indagati, pende richiesta di rinvio a giudizio in sede penale da parte della Procura di Vibo Valentia. L’udienza preliminare dinanzi al gup del Tribunale di Vibo è fissata per il 12 febbraio prossimo. I reati ipotizzati sono quelli di truffa aggravata e continuata e false attestazioni di prestazioni lavorative.

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