Il procuratore Camillo Falvo e l’anno che verrà: «Giro di vite su ambiente e reati economici»
VIDEO-INTERVISTA - Il bilancio del 2020 e uno sguardo in prospettiva. «La cosa più bella? La gente che crede in quel che facciamo e denuncia»
L’insediamento, come procuratore della Repubblica di Vibo Valentia, avvenne il 18 dicembre del 2019. Era la vigilia di Rinascita Scott, la colossale operazione della Direzione distrettuale antimafia alla quale, in veste di sostituto di Nicola Gratteri, Camillo Falvo diede un impulso enorme. Un anno è sufficiente per tracciare un primo bilancio dell’attività svolta alla guida dell’ufficio requirente vibonese: dalla retrospettiva alla prospettiva il passo è breve. «Abbiamo posto le basi – dice il magistrato al nostro microfono – delle attività fin qui svolte coglieremo presto i risultati, ma alcuni, i primi, li abbiamo già conseguiti».
I primi passi
Camillo Falvo fu destinato dal Csm in una delle realtà più complesse. Provincia povera, quella di Vibo Valentia, ad alto indice di penetrazione mafiosa e di delittuosità, con un record di crimini violenti in rapporto alla popolazione. Ereditava una Procura che dopo la prematura scomparsa del suo predecessore, Bruno Giordano, aveva resistito a lungo grazie al lavoro alacre e silenzioso di un gruppo di giovani pubblici ministeri. Ha riorganizzato gli uffici, anche dal punto di vista strutturale. Ha ottenuto i rinforzi attesi agli organici. Ha dato una nuova e più incisiva impronta, ma nei confronti dei suoi pm, per quanto hanno fatto anche prima del suo arrivo, sempre e soltanto lodi, sentite: preparazione, dedizione, entusiasmo.
Le due direttrici
«È stato un anno difficile, reso più complicato dalla pandemia», commenta il procuratore. Ma le restrizioni per contenere il contagio, con l’Italia in pieno lockdown, non hanno impedito che si consumasse l’ennesimo omicidio. Paravati, 1 aprile: Francesco Palmieri, 27 anni, assassinato dal cugino Nicola Polito, 33 anni, con un colpo di fucile alla testa. Un caso risolto in poche ore. Altri fatti di sangue, reati contro il patrimonio, tutti o quasi hanno trovato una immediata risposta giudiziaria. Camillo Falvo ha riorganizzato il lavoro partendo da due direttrici – «i primi passi, i risultati di certe indagini li vedremo nel 2021» – ovvero i reati ambientali e quelli economici. Per la tutela dell’ambiente ha costruito una task force di polizia giudiziaria; quanto ai reati economici, commessi nell’esercizio dell’impresa, in danno di Stato, creditori e lavoratori, sono stati assegnati ben due pubblici ministeri. Tra le fine del 2020 e l’inizio del 2021 saranno chiuse molte attività investigative pregresse e di pregio, altre – ora all’inizio – entreranno nel vivo.
Verso Rinascita
La Procura di Camillo Falvo, nel solco dello spirito di Nicola Gratteri a Catanzaro, vuole incidere sulla coscienza civile e contribuire ad una sorta di risanamento sociale. «Il rapporto con la gente – spiega il magistrato – è la cosa più bella che mi porto dietro dopo quest’anno. La gente crede nel nostro lavoro, si fida e denuncia». Restano, però, molti problemi da risolvere. È consapevole, il procuratore di Vibo Valentia, che il processo Rinascita Scott, il cui dibattimento si aprirà a gennaio, può essere «una grande occasione» per questa provincia. Assorbirà, però, completamente, l’impegno di un intero collegio penale, il che potrebbe paralizzare altri procedimenti in corso a Vibo Valentia, che già in passato ha pagato con un numero esagerato di prescrizioni, in processi delicatissimi ed importantissimi, la carenza degli organici dei giudicanti. Troppo pochi, i giudici, a Vibo Valentia, alcuni chiamati a farsi carico di un numero enorme di fascicoli. Una situazione del genere comporterebbe, astrattamente, che tra una richiesta cautelare e la sua evasione potrebbero passare mesi e le implicazioni, sul piano della reiterazione dei reati e della tutela sociale, potrebbero essere allarmanti. Così, spiega di aver avviato un’azione di moral suasion affinché si dia respiro agli uffici giudiziari. Urge l’arrivo di nuove toghe.
Il nuovo Tribunale
Azione analoga, peraltro, proprio alla stregua di quanto fatto da Gratteri per l’aula bunker di Lamezia Terme, Falvo l’ha intrapresa per il completamento del nuovo Tribunale di via Lacquari. Impresa decisamente più impegnativa, questa, trattandosi di una eterna incompiuta ma «bellissima – dice – che potrebbe davvero dare anche una immagine nuova della giustizia vibonese». La visita della Commissione parlamentare antimafia e gli impegni assunti, con gesti concreti, dalla politica ai più alti livelli, potrebbe accelerare quel percorso verso il completamento ed il trasferimento degli uffici che si era interrotto tempo addietro. Nell’intervista rilasciata al nostro microfono e alla nostra camera, il procuratore Falvo tocca anche altri temi importanti: dagli organici di polizia giudiziaria sul territorio al rapporto con l’avvocatura, sempre più collaborativo e virtuoso. Una retrospettiva ma anche una prospettiva, come detto, la sua: il bilancio del 2020 guardando all’anno che verrà.