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Il fresco profumo di libertà a Vibo: un anno fa la storica marcia dopo Rinascita-Scott

Accadde oggi: duemila in piazza, l’abbraccio ai carabinieri che hanno lavorato con la Procura guidata da Nicola Gratteri in una delle più grandi operazioni nella storia del contrasto al crimine organizzato

Il fresco profumo di libertà a Vibo: un anno fa la storica marcia dopo Rinascita-Scott
Un momento della grande manifestazione tenutasi a Vibo Valentia il 24 dicembre 2019

Più che il giorno del blitz, il 19 dicembre, quello della rinascita fu la vigilia di Natale del 2019. Accadde oggi, un anno fa: duemila persone in marcia, seguendo le bandiere di Libera, per rendere omaggio all’Arma dei carabinieri, protagonista, con la Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro, di quella colossale indagine deflagrata con oltre trecento arresti, cinque giorni prima. L’Arma, e con essa lo Stato, celebrata per aver colpito i gangli vitali di una ’ndrangheta padrona e feroce, pervasiva e parassitaria, sollevando dalle sue pene una popolazione oppressa, quella di una provincia tra le ultime per qualità della vita, tra le più povere, in Italia ed in Europa, dove per investire ci vuole coraggio, dove troppo a lungo si è pagato l’altissimo prezzo di una tassa ambientale che ha trasformato la vita in sopravvivenza.

Il corteo che il 24 dicembre 2019 ha attraversato Vibo Valentia

Due ali di folla: il comandante provinciale della Benemerita Bruno Capece, seguito da chi incarna l’essenza del carabiniere di prossimità, ovvero il comandante della Stazione Riccardo Astorina e gli uomini della Radiomobile. Gli applausi, gente addirittura in lacrime. Il fresco profumo di libertà per le strade. Coloro i quali hanno operato sul campo e nell’ombra, per Rinascita, i militari del Reparto e del Nucleo investigativo, coprotagonisti assieme all’élite del Ros di Catanzaro e Roma, seguono dalle finestre la marcia, dalla diretta tv o via streaming. È trascorso un anno da allora. Il comandante Capece c’è ancora. Altri ufficiali sono stati destinati a nuovi incarichi: il tenente colonnello Luca Romano alla guida del Reparto operativo di Monza Brianza, il maggiore Valerio Palmieri al Nucleo investigativo di Reggio Calabria. È rimasto a Vibo Valentia uno dei pilastri di quell’esperienza, il capitano Alessandro Bui. A Catanzaro il tenente colonnello Massimiliano D’Angelantonio ed il maggiore Giovanni Migliavacca, vertici del Ros, restano al fianco di Nicola Gratteri, che ha rafforzato la squadra dei pubblici ministeri e nel frattempo ha nel suo ex pm ed oggi procuratore della Repubblica di Vibo Camillo Falvo, da un anno ormai insediatosi nel nuovo incarico, un punto di riferimento assoluto. È trascorso un anno da allora. Eppure sembra trascorso un giorno.

Il ricordo di Libera Vibo

La grande manifestazione di Libera del 24 dicembre

Quella giornata storica è stata rievocata anche dal coordinamento di Libera Vibo Valentia. «La voglia di gridare la speranza per il cambiamento ed il rifiuto di ogni forma di potere criminale si è riversata nelle strade di Vibo Valentia il 24 dicembre dello scorso anno, all’indomani dell’operazione Rinascita-Scott che ha, di fatto, minato le fondamenta, oltre ai vertici, delle cosche della provincia di Vibo Valentia. Nomi eclatanti, oltre a quello della famiglia Mancuso di Limbadi, i La Rosa di Tropea, i Bonavota di Sant’Onofrio, i Lo Bianco ed i Barba di Vibo, gli Accorinti di Zungri e tanti altri, paesi letteralmente liberati da nomi ingombranti che hanno fatto sprofondare la nostra provincia nel vortice del degrado socio-culturale ed economico che la incatena agli ultimi posti di molte classifiche ed ai primi per record negativi. Un’operazione che ha colpito anche quel mondo di mezzo – spiega Libera Vibo -, che negli anni, è stato fondamentale per l’accrescimento del potere economico-sociale criminale. Gli intrecci massomafiosi hanno, infatti, negato ogni diritto, anche quelli più basilari, osteggiato qualsiasi possibile progresso e avversato il processo di affrancamento di un territorio trattato come mera terra di conquista e di controllo per far accrescere vantaggi e interessi di parte a discapito del benessere comune».

E ancora: «Arriva un momento però in cui il processo di consapevolezza non può più essere taciuto, l’indignazione ti pervade e si sente la necessita di “parteggiare”. Il 24 dicembre scorso è stato per un’intera regione, una giornata dalla valenza storica e sociale enorme. Gente comune che, nonostante l’aria di festa della vigilia di Natale, ha deciso di ritrovarsi insieme per mostrare il vero volto di una Calabria che ci crede e resiste e per applaudire il lavoro della magistratura requirente e quello quotidiano che uomini e donne delle forze dell’ordine svolgono con senso del dovere e abnegazione. Perché sì, la stragrande maggioranza della gente si è unita in un applauso durato parecchi minuti davanti al Comando provinciale dei Carabinieri di Vibo Valentia, mentre sventolavano verso il cielo le bandiere ed i colori della libertà, mentre gli uomini e le donne in divisa palesemente commossi potevano intercettare tra la folla gli occhi lucidi ed emozionati di età diverse, storie e vissuti differenti ma carichi della stessa emozione e dello stesso senso di gratitudine. Immagini di abbracci e strette di mano che, in un anno dai capovolgimenti mondiali a causa della pandemia, ci lasciano molta nostalgia. Oggi sarebbe inimmaginabile pensare di vedere tante persone insieme senza mascherina e distanziamento sociale; ma per ricordare le emozioni ed i sentimenti di quella storica giornata abbiamo voluto raccogliere nella nostra pagina Facebook le testimonianze di chi c’era: soggetti istituzionali, rappresentanti delle associazioni e dei sindacati, familiari delle vittime innocenti dell’ndrangheta, testimoni di giustizia, docenti, studenti, cittadini ed i tanti protagonisti di quel momento indimenticabile che camminano insieme a noi nel difficile percorso del cambiamento, grati, ancora una volta, per il lavoro svolto dalle forze dell’ordine e dalla magistratura, ma consapevoli che ognuno deve fare la propria parte».

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