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Pizzo, lo sconforto dei volontari della Croce rossa: «Sempre in prima linea ma l’Asp non ci dà una sede»

Distribuiscono aiuti alimentari e forniscono assistenza a chi chiede aiuto. Un’azione che in tempi di pandemia è divenuta ancora più preziosa. Da tempo chiedono di poter usare un locale nell’ospedale napitino, ma finora solo promesse

Pizzo, lo sconforto dei volontari della Croce rossa: «Sempre in prima linea ma l’Asp non ci dà una sede»
tribunale vibo

Chiedono una sede dove poter continuare ad aiutare il prossimo. In altre parole chiedono di poter continuare a fare del bene, volontariamente e senza nulla in cambio, se non la gratitudine negli occhi di chi riceve pasti, vestiti, assistenza. La sezione di Pizzo della Croce rossa italiana non chiede la luna, ma quattro mura tra le quali conservare i pacchi alimentari, i beni di prima necessità e il materiale che serve all’attività quotidiana di sostegno alla popolazione.

La testimonianza dei volontari

Ci provano da parecchio a sollecitare risposte concrete, ma finora senza successo. «È finita la prima ondata Covid, sta finendo (speriamo) la seconda, ma sinora non abbiamo ottenuto la concessione dei locali chiesti – raccontano alcuni volontari – Il virus è il primo nemico da combattere, quello ufficiale, quello che può portarci alla morte in alcuni casi. Ma un nemico altrettanto subdolo e diffuso è la miseria, la fame, la perdita della dignità».

Tra le tante associazioni che cercano di alleviare questi disagi, sottolineano, «è presente la Croce rossa, unica al mondo per spirito di servizio nei confronti dei bisognosi». «E per bisogni intendiamo dal latte alla pasta al pigiama, agli omogeneizzati, ai pannolini ai libri per la scuola…».

Senza “casa”

Dovrebbero essere portati in palmo di mano dalle istituzioni e invece, come denunciano, «a Pizzo, città dell’accoglienza, non troviamo neppure una casa».
«Per questi volontari non ci sono locali dove poter organizzare il lavoro – continuano nel loro sfogo -. Certo, non rappresentano nessun potere, non sono portatori di voti, non sono vicini alla gente che conta. Queste persone hanno un solo obiettivo: la solidarietà. E operano nel tempo libero, che purtroppo il Covid ha aumentato in maniera esponenziale visto che di lavoro ce n’è sempre meno».

L’Asp promette ma non mantiene

Ecco perché, ancora una volta, rivolgono il proprio appello al commissario dell’Asp di Vibo Valentia, Giuseppe Giuliano, dal quale avevano già ottenuto rassicurazioni sulla concessione di un locale nell’ospedale di Pizzo, una struttura nella quale da anni non si svolgono vere e proprie attività ospedaliere, ma solo ambulatoriali, oltre ad ospitare la centrale del 118 e l’ufficio ticket, e dove altre associazioni hanno sede.

Negli ultimi giorni il commissario aveva ribadito il proprio impegno, assicurando alla Cri di Pizzo che gli ambiti locali sarebbero stati consegnati. Ma finora ancora nulla si è concretizzato. Alla fine, nonostante le parole di gratitudine per l’intermediazione del Prefetto («Ci ha provato a dare dignità alle nostre attività»), lo sconforto è inevitabile: «Tutti noi volontari ormai ci sentiamo abbandonati da chi dovrebbe sostenerci. Non è la solidarietà a mancare nel nostro territorio, ma l’attenzione, il sostegno a chi opera per aiutare il prossimo. Un vecchio detto del nostro mondo contadino recita che chi è sazio non comprende chi è a digiuno. E purtroppo questa è la nostra realtà».

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