Rifiuti: bancarotta Proserpina spa, chiesta l’assoluzione degli imputati
La Procura di Vibo chiede il proscioglimento nel processo nato da un’indagine della Guardia di finanza
Richiesta di assoluzione da parte del pm dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia – presieduto dal giudice Tiziana Macrì – per il processo sulla bancarotta fraudolenta della “Proserpina spa”, la società addetta alla raccolta dei rifiuti nel Vibonese fallita con un passivo di 10 milioni di euro. L’ufficio di Procura, non avendo i propri consulenti confermato l’impianto accusatorio, ha chiesto l’assoluzione per i seguenti imputati: Francesco Pantano, 85 anni, di Ricadi, ex amministratore delegato della Proserpina (che risponde del reato di bancarotta documentale); Domenico Naso, 73 anni, di San Nicolò di Ricadi (ex componente del collegio sindacale della Proserpina); Michelangelo Petrolo, 81 anni, di Santa Domenica di Ricadi (ex componente del C.d.a. della Proserpina); Michele Mirabello, 47 anni, di Ricadi, ex consigliere regionale del Pd, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta quale ex componente del C.d.a. della “Proserpina”; Giuseppe Betrò, 70 anni, di Pizzo e Giandomenico Pata, 56 anni, di Vibo Valentia, ex revisori dei conti della “Proserpina”; Giuseppe Ceravolo, 77 anni (ex sindaco di Vibo, ex assessore provinciale ed ex dirigente del Pd vibonese, oggi esponente di Italia Viva), Domenico Scuglia, 53 anni, di Vazzano, dal settembre dello scorso anno segretario generale del Comune di Vibo Valentia; Gino Citton, 66 anni, di Vibo Valentia ma residente a Roma; Mirella De Vita, 59 anni, di Vibo Valentia e Ciro Orsi, 75 anni, nativo di Napoli ma residente a Roma, tutti ex amministratori della “Proserpina”. [Continua dopo la pubblicità]
Secondo l’originario impianto accusatorio messo in piedi dalla Procura (titolare dell’inchiesta era all’epoca il pm Alessandro Pesce) con il supporto investigativo della Guardia di finanza, gli imputati attraverso la falsificazione dei bilanci della società – con un passivo fallimentare di quasi 10 milioni di euro – avrebbero evitato la liquidazione ottenendo finanziamenti pubblici dal commissario per l’emergenza rifiuti in Calabria. Una parte dei finanziamenti sarebbe finita ad altre società costituite dagli stessi soci privati della “Proserpina”. La curatela fallimentare della “Proserpina” si è costituita parte civile con l’avvocato Enzo Cantafio. I difensori degli imputati discuteranno il 16 febbraio.
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