Procura di Vibo e Gdf fermano una «sciagura annunciata» – Video
Ecco perché è stato sequestrato il fosso artificiale complementare al nuovo ospedale. Il procuratore Falvo: «Necessario intervenire. Non andremo a rallentare la costruzione del nosocomio»
Sono i giorni tra il 30 e 31 marzo scorso quando una pioggia di media entità mette in luce la pericolosità del fosso artificiale in corso di realizzazione. E’ un’opera complementare alla costruzione del nuovo ospedale. Sul posto personale della guardia di finanza che accerta come in località Cocari, all’altezza del metanodotto dove insiste l’innesto delle opere di regimentazione del Fosso Calzone, a causa delle insistenti piogge, si erano verificati dei fenomeni di inondazione della strada comunale, attraversata anche da autovetture che a stento riuscivano a percorrerla. Parte da questo episodio l’indagine che ha portato questa mattina al maxi sequestro e alla notifica di sette informazioni di garanzia ad altrettanti indagati, tra dirigenti della Regione Calabria, rappresentanti legali e ditte impegnate nei lavori.
«Il disastro è imminente»
Gli uffici della Procura, acquisita una informativa della Guardia di finanza e, poi, di un consulente tecnico, capiscono la gravità della situazione e accelerano l’iter che porterà al provvedimento di sequestro. Il disastro per gli investigatori è imminente, anzi parlando addirittura di «sciagura annunciata». Non dunque un’evenienza astratta. E torna così alla mente l’alluvione del 3 luglio 2006, che causò la morte di tre persone e danni per milioni di euro. «Le avvisaglie c’erano tutte», commenta ai microfoni di Lacnews24, il procuratore Camillo Falvo che ha disposto il sequestro «per consentire a chi di dovere di porre immediatamente rimedio alla situazione».
Attenzione massima sul rischio idrogeologico
Interventi per 3 milioni di euro che dovevano mitigare il rischio idrogeologico e che invece lo avrebbero aggravato: aumentando l’affluenza dell’acqua nel canale, provocando un pericolo incombente anche sul nuovo ospedale in costruzione. «In un territorio fragile come quello di Vibo Valentia, non si possono consentire certe sbavature e certe superficialità». Attenzione massima, dunque, sul rischio idrogeologico. Il procuratore Falvo, d’altronde, fu il giudice che trattò il processo per la strage del Camping “Le Giare”, a Soverato. Un’esperienza cruciale nella sua carriera, che ha alimentato la sua sensibilità sui rischi per l’incolumità pubblica connessi ai fenomeni di dissesto idrogeologico.
«Non rallenteremo la costruzione del nuovo ospedale»
Ma la nuova tempesta giudiziarie rallenterà ulteriormente i lavori del nuovo ospedale? «Lo scopo – afferma – non è quello di impedire la realizzazione del nuovo ospedale. Non abbiamo posto sotto sequestro il cantiere del nuovo ospedale – precisa – ma solo le opere complementari relative al fosso Calzone. In alcun modo questo provvedimento rallenterà la realizzazione del nosocomio».