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Decesso di Eleonora Tripodi a Vibo, assoluzione ginecologo confermata in appello

I giudici di secondo grado dichiarano inammissibili gli appelli della Procura e delle parti civili. La donna di Santa Domenica di Ricadi è venuta a mancare il 20 agosto 2010 per emorragia dopo un parto cesareo dal quale è nata una bimba

Decesso di Eleonora Tripodi a Vibo, assoluzione ginecologo confermata in appello
La Corte d'Appello di Catanzaro
Eleonora Tripodi

La Corte d’Appello di Catanzaro, presieduta dal giudice Anna Maria Saullo (consiglieri i giudici Maria Rosaria Di Girolamo e Giuseppe Perri) ha dichiarato inammissibile l’appello proposto dalla Procura di Vibo Valentia avverso l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” decretata il 17 gennaio dello scorso anno dal Tribunale di Vibo che ha mandato assolto con formula ampia il ginecologo Domenico Princi, finito sotto processo per il decesso di Eleonora Tripodi, la 32enne di Santa Domenica di Ricadi venuta a mancare il 20 agosto del 2010 per una sopravvenuta emorragia dopo un parto cesareo (il terzo) dal quale è nata una bimba nella clinica “Villa dei Gerani”. La Corte d’Appello ha anche dichiarato inammissibili gli appelli proposti dalle parti civili che sono state condannate altresì al pagamento delle spese processuali del secondo grado di giudizio. Il ginecologo Domenico Princi – difeso anche in appello dagli avvocati Giovanni Marafioti e Renato Milasi – incassa così il secondo verdetto favorevole. In primo grado il Tribunale monocratico di Vibo Valentia era presieduto all’epoca dal giudice Marina Russo. Per i giudici, quindi, la condotta del ginecologo è esente da responsabilità penali. [Continua dopo la pubblicità]

Caduta così per l’imputato l’accusa di omicidio colposo per la quale in primo grado il pm della Procura di Vibo, Benedetta Callea, aveva chiesto per il ginecologo la condanna a tre anni di reclusione. Secondo l’accusa, Eleonora Tripodi è deceduta durante il trasporto in ambulanza da Vibo all’ospedale di Lamezia Terme. Dopo il parto cesareo – eseguito dal dottore Princi – la donna, già madre di due bimbi, sarebbe stata colpita da una fatale emorragia. La Procura nella ricostruzione delle responsabilità si era affidata ai consulenti medici Katiuscia Bisogni e Michele Morelli, mentre il marito di Eleonora, Mario Mazzitelli – convinto del ritardo dei medici nel far partorire la moglie – aveva nominato quali periti di parte i dottori Massimo Rizzo, Mario Bresaola e Paolo Albarello. Il dottore Princi – che si è sempre difeso sostenendo di aver agito correttamente e di essersi trovato dinanzi ad un rarissimo caso di placenta fuoriuscita dall’utero – aveva invece nominato quali propri consulenti i dottori Domenico Corea e Antonello Scalzo. I genitori di Eleonora – i coniugi Francesco Tripodi e Vincenza Furchì – si erano costituiti parti civili nel processo con l’avvocato Giovanni Vecchio che assisteva anche Mario Mazzitelli e Romina Tripodi, marito e sorella della Tripodi. Fra le parti civili figuravano pure “CittadinanzAttiva” con l’avvocato Giovanna Fronte e l’associazione “Codici” con l’avvocato Annamena Rubino.

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