Tentata estorsione a Vibo, assolto Nazzareno Lo Bianco
Il Tribunale collegiale ha emesso la sentenza con la formula assolutoria “perché il fatto non sussiste”. Il pm aveva chiesto la condanna a quattro anni e 6 mesi
“Assolto perché il fatto non sussiste”. Si chiude così, in primo grado, il procedimento a carico di Nazzareno Lo Bianco, 64 anni, detto “Giacchetta”, di Vibo Valentia, accusato del reato di tentata estorsione aggravata dalle modalità mafiose (art. 7 della legge antimafia).
Il pm della Dda di Catanzaro, Andrea Mancuso, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Lucia Monaco, aveva chiesto per Lo Bianco la condanna a quattro anni e 6 mesi di reclusione, più tremila euro di multa.
Secondo l’accusa, Nazzareno Lo Bianco avrebbe impedito all’imprenditore Salvatore Naccari di proseguire i lavori iniziati alla Metal Sud di Domenico Arena, sita in località “Aeroporto” a Vibo, per la realizzazione di 15 bagni e dell’impianto antincendio. Il tutto per un valore complessivo di 5.500,00 euro. Per far ciò, ad avviso degli inquirenti, Nazzareno Lo Bianco si sarebbe avvalso della forza di intimidazione ed assoggettamento derivante dalla sua appartenenza – o comunque vicinanza – alla criminalità organizzata di tipo ‘ndranghetistico, ed in particolare al clan Lo Bianco di Vibo.
L’estorsione non sarebbe poi andata a buon fine (da qui l’accusa di tentata estorsione) “per cause indipendenti dalla volontà dell’autore”, cioè dell’imputato Nazzareno Lo Bianco. I fatti al centro del processo si sarebbero verificati il 18 aprile del 2013.
Il Tribunale collegiale di Vibo ha dunque accolto la tesi sostenuta dalla difesa di Lo Bianco, rappresentata dall’avvocato Francesco Sabatino che, nel chiedere l’assoluzione per il proprio assistito, aveva evidenziato al Collegio i presunti “punti deboli” dell’accusa facendo leva sulle stesse dichiarazioni di Naccari.
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