Reflui oleari sversati nel lago Angitola, tre denunce a Monterosso
Un’ampia macchia scura notata da un velivolo del Corpo Forestale sulla superficie del bacino ricadente nell’oasi protetta. Il deflusso avveniva attraverso due corsi d’acqua che si riversano nel lago.
Tre persone sono state denunciate dagli agenti del comando stazione del Corpo Forestale di Polia, supportati dal personale del Comando Stazione Forestale di Vallelonga, perché ritenute responsabili dello sversamento abusivo delle acque reflue e dei liquami provenienti da un o frantoio.
Si tratta dell’amministratore unico e di due dipendenti di un impianto di molitura delle olive situato in località Postoliti di Monterosso Calabro, L’attività, secondo quanto reso noto, è scaturita grazie alla segnalazione effettuata dall’equipaggio di un velivolo del Centro Operativo Aeromobili del Corpo Forestale dello Stato di stanza a Lamezia Terme che, sorvolando la zona interessata durante un normale servizio finalizzato alla prevenzione e repressione di illeciti in danno all’ambiente, ha individuato un deflusso di liquido dal colore scuro proveniente dall’alto di un costone prospiciente all’oasi protetta del Lago Angitola, proprio dalla zona in cui era ubicato il frantoio.
Lo sversamento confluiva, mediante dei corsi d’acqua, all’interno dell’Angitola, generando un’ampia macchia scura e per un tratto molto esteso. Intervenuti sul posto, gli agenti hanno potuto constatare che l’impianto era in piena attività e si stava procedendo al lavaggio ed alla molitura delle olive. La macchina lavatrice delle olive spargeva i liquami direttamente sul terreno e, attraversando un uliveto, scivolavano a valle e, finivano, trasportati dai corsi d’acqua Malopera e Reschia, all’interno del Lago Angitola. Una situazione analoga si è riscontrata in una vasca con all’interno della sansa.
I dipendenti dell’impianto presenti al momento della verifica non sono stati in grado di fornire le autorizzazioni necessarie per il regolare smaltimento delle acque e lo spandimento della sansa, ma soltanto una comunicazione per l’utilizzazione agronomica dei reflui oleari inoltrata al Comune di Monterosso Calabro priva, comunque, di relazioni tecniche redatte da un agronomo e da un geologo. Sono stati perciò posti i sigilli all’impianto ed ai macchinari. I tre responsabili dovranno rispondere di violazione della normativa sui rifiuti e del vincolo paesaggistico-ambientale oltre che di deturpamento di bellezze naturali e violazione alla normativa sulle aree protette. (Agi)