Truffa sui farmaci nel Vibonese, in quattro rinviati a giudizio
L’operazione “Pharma bluff” risale al gennaio 2014 e chiama indirettamente in causa pure la politica di Joppolo
Tutti a giudizio gli indagati dell’operazione “Pharma Bluff” che mira a far luce su un presunto raggiro che sarebbe stato messo in piedi attraverso la farmacia di Caroniti, frazione del comune di Joppolo. E’ quanto deciso dal gup, Lorenzo Barracco, nei confronti di quattro imputati: Giuseppe Dato, 60 anni (avvocati Diego Brancia e Armando Veneto); Francesco D’Agostino, 65 anni, di Joppolo, medico di base (avvocati Giovanni Vecchio e Sandro D’Agostino); Giuseppa Scinica, 51 anni, dipendente dello studio medico D’Agostino (avvocati Vecchio e D’Agostino); Carmen Ferraro, 33 anni, di Tropea, dipendente della farmacia Dato, difesa dall’avvocato Mario Ferraro.
L’Asp di Vibo si è costituita parte civile con l’avvocato Domenico Paglianiti. Il processo si aprirà il 26 febbraio prossimo dinanzi al Tribunale collegiale.
Le accuse. Associazione a delinquere, falso ideologico, falsità commesse da incaricati di un servizio pubblico e truffa sono i reati per i quali sono chiamati a rispondere gli imputati rinviati a giudizio. La presunta truffa sarebbe stata messa in piedi ai danni del Servizio sanitario nazionale, con rimborsi “gonfiati” dei farmaci che sarebbero stati presentati all’Asp di Vibo dalla farmacia di Caroniti.
Secondo la Procura di Vibo, Giuseppa Scinica avrebbe predisposto le ricette dei farmaci “di cui gli ignari beneficiari non avrebbero mai fruito poiché non affetti da quelle patologie”, mentre Francesco D’Agostino avrebbe “falsamente attestato il diritto degli assistiti all’assistenza farmacologica indicata nella ricetta”. Carmen Ferraro avrebbe poi rimosso “le fustelle dalle confezioni dei farmaci” apponendole “nel riquadro delle ricette facendo apparire di aver venduto i medicinali ai clienti laddove provvedeva invece a disfarsene”. Giuseppe Dato avrebbe infine inoltrato le prescrizioni all’Asp di Vibo per farsi corrispondere “indebitamente i rimborsi di quanto speso per l’acquisto dei farmaci”, disfacendosi poi degli stessi farmaci.
Sarebbero oltre 100 le ricette mediche ritenute false dagli inquirenti. I beneficiari sarebbero stati o “non affetti da patologie per le quali si rendeva necessaria l’assunzione dei farmaci prescritti oppure non bisognevoli in concreto poiché già muniti dei farmaci”.
Indiretti risvolti politici. L’inchiesta della Procura di Vibo finisce per avere, indirettamente, anche dei risvolti politici. Giuseppe Dato (già sindaco di Joppolo nella precedente consiliatura) è attualmente consigliere comunale di minoranza avendo perso le ultime elezioni amministrative del giugno 2016 quando è stato eletto sindaco Carmelo Mazza. Giuseppa Scinica è invece la madre dell’attuale vicesindaco di Joppolo, Caterina Mangialardo, nonché la moglie di Valerio Mangialardo, consigliere comunale di maggioranza sino all’agosto del 2016 quando ha poi rassegnato le dimissioni dopo il “caso” politico della nomina della figlia assessore esterno e anchei vicesindaco.
LEGGI ANCHE:
Operazione “Chopin”: le motivazioni della prescrizione per cinque imputati
L’INCHIESTA | ‘Ndrangheta ed enti locali: ecco cosa troverà il nuovo prefetto di Vibo
Comune di Joppolo: diffida della minoranza al prefetto per sciogliere il Consiglio