Francesco Prestia Lamberti, parla mamma Marzia: «Dal quel giorno la mia famiglia non vive più»
Mentre la cittadina di Mileto si prepara a scendere nuovamente in piazza per chiedere tutta la verità sull’omicidio del 15enne, la madre formula un nuovo appello: «A quella lite erano presenti altri ragazzi, i genitori parlino»
Mileto si prepara alla fiaccolata di domani sera quando nel centro del Vibonese, teatro di un gravissimo fatto di sangue costato la vita al quindicenne Francesco Prestia Lamberti, scenderanno in strada i familiari del giovane, gli amici e semplici cittadini. Accenderanno le fiaccole per chiedere quella “verità” che, a distanza di 6 mesi dall’efferato delitto, appare ancora non scritta fino in fondo.
Accusato della morte del giovane un suo coetaneo, Alex Pititto, reo confesso. “Non può avere agito da solo”, sostengono dal primo momento i familiari. «Chi sa parli – dice la mamma di Francesco, Marzia – che domani, sostenuta dal marito e dai due figli, sarà in testa al corteo. Da quel maledetto giorno – afferma – non viviamo più, il tempo si è fermato. Niente potrà consolarci. Nulla potrà restituirci il nostro ragazzo. Ma chi ha ucciso mio figlio non può circolare libero nella nostra stessa città».
E ancora: «Chi ha aiutato il presunto killer deve pagare il suo conto con la giustizia. E’ capitato a noi – dice con la voce rotta dal pianto – ma poteva capitare al figlio di ognuno di voi. Francesco è morto per niente». E poi il messaggio rivolto a tutti i genitori: «Non basta fare rientrare i vostri figli a casa la sera. Non basta che Mileto si svuoti alle 8 di sera. Non basta il coprifuoco. Non è così che proteggete i vostri figli – afferma rivolgendosi alla comunità miletese – ma è abbattendo il muro dell’omertà che riusciremo a garantire un futuro migliore ai nostri ragazzi».
Ripercorriamo con la madre la dolorosa vicenda. «Ci sono molti punti oscuri – sostiene -. Francesco è uscito di casa il pomeriggio del 29 maggio e non ha mai più fatto rientro. Doveva incontrarsi con i suoi amici. Cosa è successo? Mio figlio era un ragazzone alto e forte. Si sarebbe potuto difendere se davanti a lui ci fosse stato solo un giovane. Alla lite culminata con un colpo di pistola calibro 6,35 sparato a bruciapelo (arma mai ritrovata) erano presenti altri ragazzi, ne sono certa» dice. E proprio alle famiglie di quei ragazzi si rivolge: «Parlate, raccontate tutto ciò che sapete e che può essere utile alle indagini. Anche in forma anonima».
Non si dà pace mamma Marzia: «Lotterò fino alla fine dei miei giorni se necessario – perché chi ha ucciso mio figlio deve pagare il suo conto con la giustizia. Non voglio vendetta, solo giustizia. Nessuno ha il diritto di togliere la vita a un ragazzo. Quel maledetto 29 maggio hanno ammazzato Francesco, ma hanno ammazzato tutta la mia famiglia che da quel giorno non vive più. Ecco perché chiediamo “Verità e giustizia per Francesco”».
L’appuntamento è per domani, domenica 3 dicembre, alle 18 in pazza Badia, quando alla presenza del coordinamento provinciale dell’associazione “Libera” partirà il corteo che si fermerà davanti al sagrato della cattedrale dove si svolgerà una celebrazione eucaristica in suffragio della giovane vittima.
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