Rinascita-Scott, accolto a Vibo il rinvio dell’udienza del giudizio immediato
Per il Tribunale collegiale non viene leso il diritto di difesa degli imputati Giancarlo Pittelli, Giulio Calabretta, Mario Lo Riggio e Salvatore Rizzo
È stata accolta dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Tiziana Macrì, la richiesta di rinvio dell’udienza nei confronti dei quattro imputati sotto processo con giudizio immediato. Si tratta degli avvocati Giancarlo Pittelli (anche ex parlamentare di Forza Italia) e Giulio Calabretta, dell’imprenditore Mario Lo Riggio, dell’ex sindaco di Nicotera, nonchè ex consigliere provinciale Salvatore Rizzo. Se ne riparlerà il 13 gennaio e in tale data si valuterà l’eventuale riunione al troncone principale ancora in fase di udienza preliminare dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro che sta tenendo l’udienza nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia. Per il Tribunale colelgiale di Vibo Valentia un rinvio a breve dell’udienza odierna non lede il diritto di difesa degli imputati e le ragioni del giudizio immediato. [Continua]
Era stato il pm della Dda di Catanzaro, Antonio De Bernardo, in apertura di udienza a sollevare la questione preliminare ricordando al Collegio che proprio per oggi si concluderanno dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro Claudio Paris (la cui udienza preliminare è in corso nell’aula bunker del carcere romano di Rebibbia) le discussioni degli avvocati degli oltre 400 imputati. Il rinvio da parte del pubblico ministero è stato chiesto, oltre che per valutare una futura riunione dei due procedimenti (quello dinanzi al gup e lo stralcio del giudizio immediato), anche per una possibile incompatibilità del presidente del Tribunale, Tiziana Macrì, da valutare successivamente. Dal canto suo, il pm Annamaria Frustaci ha rimarcato l’importanza di una trattazione congiunta dei due segmenti processuali (immediato e un futuro giudizio con rito ordinario) e da qui la richiesta di un rinvio dell’udienza odierna.
Di avviso diametralmente opposto l’avvocato Guido Contestabile che ha invitato il Tribunale a costituire le parti opponendosi al rinvio dell’udienza, sottolineando che il giudizio immediato chiesto dal suo assistito Giancarlo Pittelli, per avere subito il dibattimento, è un diritto insindacabile dell’imputato ribadito da diverse sentenze della Corte Costituzionale. “Già l’idea di dover valutare ciò che avverrà in un’altra aula di giustizia – ha spiegato l’avvocato Contestabile con riferimento all’udienza preliminare in corso a Roma – è sbagliata. Ed in ogni caso la difesa di Rizzo e Pittelli preannuncia che non intendono ricusare il presidente Tiziana Macrì”.
E’ toccato quindi all’avvocato Salvatore Staiano (dopo aver chiesto in una prima fase al presidente se esistesse un’istanza di ricusazione nei confronti del Tribunale) ribadire che “non vi sono ragioni giuridiche affinchè la riunione dei due tronconi processuali debba prevalere sulle ragioni del giudizio immediato, con un rinvio dell’udienza odierna che andrebbe a polverizzare il diritto del giudizio immediato“. [Continua]
Anche l’avvocato Francesco Muzzopappa e l’avvocato Domenico Ceravolo hanno chiesto il rigetto della richiesta della Dda ritenendo non possibile rinviare l’udienza per attendere le decisione ed il giudizio di altro troncone del procedimento Rinascita-Scott. Quindi la camera di consiglio e la decisione del Tribunale: rinvio al 13 gennaio in quanto le esigenze di differimento chieste dai pm della Dda di Catanzaro non sono in conflitto con le ragioni del giudizio immediato. Appuntamento al 13 gennaio, dunque, ed in tale data si dovrebbe procedere alla costituzione delle parti e, soprattutto, decidere l’eventuale riunione dei due tronconi processuali di Rinascita-Scott. Sempre che una delle parti – accusa o difesa – in tale data non avanzi un’istanza di ricusazione della presidente del Collegio, Tiziana Macrì, sulla scorta del fatto che la stessa ha già emesso una sentenza nei confronti del clan Soriano di Filandari per fatti di reato contemplati non solo nell’inchiesta antimafia nata dall’operazione “Nemea” ma anche in Rinascita-Scott.
Concorso esterno in associazione mafiosa, rivelazione di segreti d’ufficio ed abuso d’ufficio le accuse mosse nei confronti dell’ex avvocato ed ex parlamentare di Forza Italia, Giancarlo Pittelli.
L’imprenditore Mario Lo Riggio, 59 anni, di Vibo, avrebbe invece messo le sue imprese ed i suoi rapporti imprenditoriali e finanziari alle dirette dipendenze di Gregorio Gasparro di San Gregorio d’Ippona e dei Lo Bianco-Barba di Vibo. E’ anche accusato del reato di trasferimento fraudolento di valori, con l’aggravante delle finalità mafiose, in concorso con il boss di San Gregorio d’Ippona Saverio Razionale, il commercialista vibonese Paolo Basile, l’avvocato Nazzareno Latassa, Antonio Latassa e Salvatore Malara, tutti di Vibo. Secondo l’accusa, per agevolare la commissione del reato di riciclaggio, Paolo Basile, Mario Lo Riggio e Nazzareno Latassa, quali soci occulti della Italiantrade srl, avrebbero attribuito fittiziamente la titolarità di quote di tale società ai soci fittizi Antonio Latassa e Salvatore Malara. [Continua]
Salvatore Rizzo è accusato del reato di associazione mafiosa e viene ritenuto uomo del clan Mancuso. In particolare, secondo l’accusa, Salvatore Rizzo, ritenuto dagli inquirenti già vicino al boss Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, avrebbe assicurato “la penetrazione dell’organizzazione nell’acquisizione e gestione di attività imprenditoriali, soprattutto nel campo ricettivo (come nel caso del Villaggio Valtur di Nicotera)”. E’ inoltre accusato di aver aiutato il boss di Limbadi Luigi Mancuso a nascondersi e muoversi sul territorio.
Rivelazione di segreti d’ufficio in concorso con l’avvocato Giancarlo Pittelli ed il tenente colonnello dei carabinieri Giorgio Naselli (già comandante provinciale di Teramo), è invece l’accusa mossa all’avvocato lametino Giulio Calabretta. Giulio Calabretta dovrà inoltre rispondere del reato di concorso in falso ideologico (capi di imputazione A bis 6 e A bis 7) in relazione ad un verbale di assemblea straordinaria dei soci della M.C. Metalli e alla cessione delle quote della stessa società.