L’altalena spezza-gambe scatena il confronto: «Lasciatela». «No, è una trappola»
Tra le testimonianze affidate ai social anche quella dell’ex presidente del Consiglio comunale di Vibo, Talarico: «In piazza Annarumma mia figlia ha subito la frattura scomposta della tibia»
Ha suscitato moltissime reazioni sui social l’inchiesta di Cristina Iannuzzi sulla serie di paurosi incidenti causati dall’uso improprio dell’altalena per disabili che si trova nei giardinetti di piazza Annarumma, a Vibo Valentia. Sono tanti i minori finiti all’ospedale, anche con fratture particolarmente gravi. L’altalena, dotata di una larga pedana, può ospitare una sedia a rotelle, consentendo così ai bambini disabili di fruire alla pari degli altri del piccolo parco giochi. Nella realtà, però, è usata prevalentemente da bambini e ragazzi più grandi, senza alcun problema di mobilità, che ci salgono anche a gruppetti, mettendo a rischio le proprie gambe e quelle di chi si trova nei pressi dell’attrezzo.
L’articolo, pubblicato sul Vibonese e su Lac News 24, ha innescato un confronto serrato tra chi difende la presenza dell’altalena nei giardinetti, attribuendo la responsabilità degli incidenti alla scarsa sorveglianza dei genitori e alla mancanza di senso civico dei minori, e chi, invece, considera questo gioco fuori norma o comunque troppo pericoloso per l’incolumità di tutti.
«È una trappola per bambini!», ha scritto su Facebook Marco Talarico, noto avvocato vibonese ed ex presidente del Consiglio comunale. «Basta porsi davanti per essere falciati – ha continuato -. Il 28 maggio 2017 mia figlia è stata travolta riportando la frattura scomposta della tibia. Non c’è nemmeno un cartello che avverta del pericolo. Però poi si dice che i maleducati siano bambini». Un commento bocciato senza mezze misure dal papà di un bambino costretto sulla sedia a rotelle: «Mio figlio, che purtroppo è disabile – replica Francesco Moscato – non si falcia le gambe perché quell’altalena è stata studiata per salirci con la carrozzina. Il problema è che l’educazione civica non sapete neanche lontanamente dove sta di casa».
Della stessa opinione è Chiara Prestia, che definisce «vergognosamente egoistico» imputare all’altalena la colpa degli incidenti: «Mi dispiace per la bambina che si è fatta male, ma la colpa è di chi doveva provvedere a controllarla».
Che la situazione sia fuori controllo, al di là delle responsabilità di adulti e minori indisciplinati, lo conferma un’altra utente che si firma Raffa Anello: «Io quest’altalena l’ho vista assaltata da decine di bambini perbene, arrampicati come Tarzan. Andassero a distruggere giochi a loro dedicati, lasciando stare quelli riservati ai bambini meno fortunati». Non è d’accordo Maria Ramondino, secondo la quale «non si può dire che se ci sale un ragazzino normodotato è perché sia un deficiente o un maleducato. Sfido chiunque a vedere qualcosa che dondola e a non avere la voglia di farsi un giro».
Tra pro e contro, c’è anche chi preferisce sottolineare la necessità di rispettare alla lettera le normative in materia, ricordando che l’istallazione di questi particolari giochi è regolata a livello europeo. «Questo tipo di struttura – scrive Claudia Protti – viene dichiarata dai produttori adatta alle sole aree gioco recintate e sorvegliate da un custode. Prima di tutto, quindi, dovremmo garantire aree gioco sicure».
Sugli incidenti che si sono registrati in piazza Annarumma, non si contano, poi, i commenti più caustici, anche oltre il confine del buongusto, da chi dice «sono contento, significa che Dio esiste», a chi augura che a rompersi le gambe siano i genitori, fino a chi, pescando nella saggezza popolare calabrese, ricorda che «l’arteteca si paga».