‘Ndrangheta: le ingerenze dei clan nelle scelte del Comune di Briatico
Nel processo “Costa pulita” il colonnello Vittorio Carrara, teste dell’accusa, ha delineato le anomalie riscontrate nelle vicende politiche ed amministrative del Municipio
E’ ripreso con la deposizione del colonnello dei carabinieri, Vittorio Carrara, il processo nato dall’operazione antimafia denominata “Costa pulita” che si sta celebrando in ordinario dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia contro i clan Accorinti-Bonavita-Melluso di Briatico, Il Grande di Parghelia e Mancuso di Limbadi e Nicotera.
Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, Annamaria Frustaci, il teste dell’accusa (sino all’agosto 2014 alla guida del comando del Reparto operativo di Vibo Valentia e fra i principali investigatori dell’inchiesta) ha confermato che fra la prima amministrazione comunale di Briatico, guidata dal sindaco Andrea Niglia, e quella successiva guidata dal sindaco Francesco Prestia, poi sciolta per infiltrazioni mafiose, vi era “continuità nel personale dipendente del Comune” e la Commissione di accesso agli atti (di cui faceva parte lo stesso Carrara) ha esaminato le frequentazioni ed i rapporti di tutti i dipendenti. In particolare, il teste ha dichiarato che erano emerse “rilevanti violazioni amministrative” nel settore del Comune di cui era responsabile Francesca Sergi di cui il colonnello dei carabinieri ha ricordato essere “sorella di Saverio Sergi, uno dei proprietari del villaggio Green Garden di Briatico insieme alle mogli di Pino Bonavita e Nino Accorinti”.
Il teste è poi passato a descrivere l’interesse del presunto boss di Briatico Antonino Accorinti per la lottizzazione di località “Solaro” e la circostanza che il sindaco Francesca Prestia avesse nominato con decreto quale suo collaboratore personale il geometra Salvatore Prostamo (imputato in Costa pulita) che all’epoca era anche il progettista “di fiducia di Antonino Accorinti nella costruzione del ristorante del villaggio Green Garden”.
Quindi l’interesse dello stesso Antonino Accorinti per il Piano spiaggia di Briatico, con l’allora assessore ai Lavori pubblici del Comune di Briatico, Domenico Marzano (pure lui imputato in “Costa pulita”) che avrebbe portato al cospetto del presunto boss (assunto all’hotel Marzano come operaio) l’architetto Francesco Alessandria, all’epoca responsabile del settore Urbanistica del Comune di Briatico. “Alessandria ha raccontato alla Commissione di accesso agli atti – ha ricordato Carrara – che l’assessore Marzano gli presentò Nino Accorinti come un imprenditore, ritrovandosi così i tre a discutere del Piano Spiaggia”.
In ordine invece a sette assunzioni per chiamata diretta fatte dalla precedente amministrazione Niglia, il teste ha ricordato che dai loro accertamenti “cinque sono risultati avere rapporti con pregiudicati e sorvegliati speciali, mentre altri 11 chiamati per la pulizia delle spiagge e la raccolta differenziata sono stati ritenuti dalla Commissione di accesso agli atti contigui alla criminalità locale”.
Anomalie il colonnello Carrara avrebbe riscontrato anche in occasione della surroga dei consiglieri comunali di minoranza dimissionari durante l’amministrazione Prestia, tanto che alla fine il sindaco è rimasto senza opposizione.
Per quanto attiene il dissesto finanziario del Comune, dichiarato nel 2011 dall’amministrazione Prestia, secondo la testimonianza dell’investigatore vi sarebbe stata una “gravissima lacuna nella riscossione dei tributi anche durante la precedente amministrazione Niglia”, mentre l’amministrazione Prestia si sarebbe resa protagonista pure di anomalie nelle convenzioni con l’Italcementi per lo sfruttamento di alcune cave site nel territorio comunale di Briatico.
Anomalie la Commissione di accesso agli atti ha poi riscontrato – ha ricordato Carrara – anche per quanto attiene l’utilizzo dei buoni spesa nel corso della campagna elettorale del 2010, con la responsabile comunale Francesca Sergi che “ha raccontato a noi commissari come i buoni spesa venivano concessi sulla scorta di segnalazioni da parte degli amministratori – ha rimarcato ancora il teste – e nel 2010 l’intenzione dell’amministrazione Niglia era quella di accaparrarsi i voti dei Barbuti, ovvero della famiglia Morello che aveva diversi soggetti in stato di indigenza”.
Un anomalo contributo sarebbe stato poi dato dall’amministrazione del sindaco Francesco Prestia (poi sciolta per infiltrazioni mafiose) all’Asd Briaticese, squadra di calcio costituita nel 2010 e riconducibile agli Accorinti. In questo caso, gli inquirenti hanno intercettato Antonio Accorinti (figlio del boss Antonino, giocatore nella squadra di famiglia e pure lui imputato in “Costa pulita”) discutere con l’allora consigliere comunale Sergio Bagnato (altro imputato di “Costa pulita”) dell’ordine di non far utilizzare il campo sportivo di Briatico all’altra squadra di calcio del paese.
Infine, il racconto sull’affidamento con procedura diretta, da parte dell’amministrazione Prestia, del servizio scuolabus ad una cooperativa in cui fra gli assunti, quale autista, risultava un nipote di Pino Bonavita, nonché cognato dei Fusca di Cessaniti, mentre quale assistente di bordo del bus figurava la moglie di Domenico Franzè di Cessaniti, quest’ultimo ben noto alle forze dell’ordine per traffico di droga ed altri reati.
Per quanto attiene invece il referendum del 12 e 13 giugno 2011, il colonnello Carrara ha ricordato che ben 12 scrutatori hanno rinunciato alla nomina ed a sostituirli sono stati stretti parenti degli assessori, dei consiglieri comunali che sostenevano l’amministrazione Prestia e congiunti di pregiudicati.
La deposizione del colonnello Vittorio Carrara, finalizzata a dare prova dell’esistenza di una forte e radicata associazione mafiosa capace di condizionare la vita politica e sociale di Briatico, riprenderà il 27 novembre prossimo.
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