‘Ndrangheta: “Luce nei boschi”, resta libero Franco Idà
Cognato del boss Bruno Emanuele, è stato condannato in appello a 12 anni e 6 mesi per associazione mafiosa e traffico di sostanze stupefacenti
Resta libero Franco Idà, 51 anni, di Ariola di Gerocarne, cognato del boss Bruno Emanuele. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro ha infatti rigettato l’appello della Procura generale finalizzata al ripristino della misura cautelare degli arresti domiciliari venuti meno nel luglio scorso dopo che la Corte d’Appello ha accolto un’istanza di scarcerazione presentata dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Vincenzo Galeota fondata sul decorso del tempo dalla commissione dei reati, l’assenza di esigenze cautelari e la risalenza dei fatti ascritti. Il 21 luglio dello scorso anno Franco Idà è stato condannato in appello alla pena di 12 anni e 6 mesi di reclusione per il reato di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti (in continuazione con altra condanna rimediata a Brindisi) al termine del processo nato dall’operazione antimafia denominata “Luce nei boschi”.
Per il Tribunale del Riesame, il periodo di detenzione già scontato da Franco Idà fa venire meno le esigenze cautelari.
In primo grado, il 21 gennaio 2015, Franco Idà era stato condannato dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia alla pena di 12 anni. In attesa del giudizio della Cassazione, Idà resta dunque in stato di libertà. Le sentenze di primo e secondo grado gli riconoscono un ruolo di spicco nella consorteria mafiosa di Ariola, Gerocarne e Sorianello guidata dagli Emanuele.
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