‘Ndrangheta: processo “Gringia”, chiesti 10 ergastoli per il clan Patania
In primo grado si erano registrate 8 condanne al carcere a vita e due assoluzioni per gli omicidi commessi nell’ambito della faida di Stefanaconi e contro il clan dei Piscopisani. Chiesta la condanna pure per il boss Pantaleone Mancuso, alias "Scarpuni"
Dieci condanne all’ergastolo, in riforma della sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Catanzaro il 19 luglio dello scorso anno. E’ la richiesta della Procura generale dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello di Catanzaro nel processo nato dall’operazione antimafia “Gringia”, scattata nel novembre 2012 per far luce sulla faida fra i clan di Stefanaconi ed il gruppo di Piscopio, frazione di Vibo Valentia.
Le richieste di condanna al carcere a vita interessano: Saverio, Salvatore e Giuseppe Patania, di 41, 39 e 37 anni. Tali imputati sono tutti di Stefanaconi. Richiesta dell’ergastolo anche per: Giuseppina Iacopetta, 63 anni, vedova di Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011, ed il figlio Nazzareno Patania, di 44 anni, entrambi difesi dall’avvocato Costantino Casuscelli. Tali due imputati in primo grado erano stati assolti.
Le altre richieste di condanna all’ergastolo interessano: Pantaleone Mancuso, alias “Scarpuni”, 56 anni, di Nicotera Marina, esponente di spicco dell’omonimo clan; Cristian Loielo, 26 anni, di Sant’Angelo di Gerocarne; Salvatore Callea, 50 anni, di Oppido Mamertina; Francesco Lopreiato, 31 anni, di San Gregorio d’Ippona; Giuseppe Comito, 41 anni, di Vibo Marina. Cosimo Caglioti, di 28 anni, di Sant’Angelo di Gerocarne è stato invece condannato a 30 anni di carcere.
Gli omicidi contestati sono quelli di: Michele Mario Fiorillo (16 settembre 2011), Giuseppe Matina (20 febbraio 2012), Francesco Scrugli (21 marzo 2012), Davide Fortuna (6 luglio 2012). Sei invece i tentati omicidi: Rosario Fiorillo (14 dicembre 2011), Francesco Calafati (21 marzo 2012), Francesco Scrugli (11 febbraio 2012), Rosario Battaglia e Raffaele Moscato ( 21 marzo 2012), Francesco Meddis (26 giugno 2012).
Il processo, nato dall’operazione antimafia denominata “Gringia”, mira a far luce sulla faida che ha visto su due fronti contrapposti da un lato il gruppo dei Patania di Stefanaconi – un tempo “braccio armato” della “società maggiore” del paese guidata dai Lopreiato – contro un nuovo gruppo criminale emergente nato dalle ceneri della vecchia “società minore” del paese guidata dai Bartolotta, e dall’altro lato gli stessi Patania contro i “Piscopisani”, clan nato attorno alle “famiglie” di Piscopio, Fiorillo, Galati e Battaglia, alleate a loro volta a Francesco Scrugli, ritenuto elemento del clan Lo Bianco insieme al cognato Andrea Mantella anche se in posizione di autonomia.
Impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Costantino Casuscelli, Sergio Rotundo, Giuseppe Di Renzo, Francesco Capria, Francesco Lojacono, Giancarlo Pittelli, Vincenzo Galeota, Giuseppe Bagnato, Guido Contestabile.