Operazione antidroga a Vibo: i profili ed i legami degli indagati
Le perquisizioni, i “clienti” timorosi di essere intercettati, la serra di marijuana in casa, la rapina ad un supermercato di Vibo ed il clan dei Piscopisani
Inizia nei primi giorni di luglio dello scorso anno l’indagine antidroga che mercoledì scorso ha portato a cinque ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari e a due obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria. Un’indagine che apre uno spaccato sullo spaccio di sostanze stupefacenti (in prevalenza marijuana) in città, ma anche su legami con personaggi di sicuro spessore criminale. L’inchiesta – partita dall’incendio di una pizzeria – ha registrato una svolta intercettando le utenze in uso ad Antonio Zuliani, 25 anni, e Arcangelo D’Angelo, 27 anni, entrambi di Piscopio, personaggi già noti alle forze dell’ordine e con “legami” parentali non da poco. Il pm Claudia Colucci non esita infatti a definire il gruppo dei giovani Piscopisani come “giovani leve della criminalità locale” con la piccola frazione di Piscopio – teatro della maggior parte degli incontri finalizzati alla cessione di imprecisati quantitativi di sostanza stupefacente – che per gli inquirenti “si presta anche dal punto di vista morfologico ad eludere, o per lo meno a rendere difficoltosa, l’azione di monitoraggio delle forze dell’ordine, imponendo quale fondamentale strumento di indagine le intercettazioni”.
Gli Zuliani cugini di Battaglia e Fiorillo. Affatto secondario, ad avviso del pm Colucci e della Squadra Mobile di Vibo, è inoltre il rilievo che proprio a Piscopio da qualche anno si sia sviluppata una consorteria criminale assolutamente temibile, annoverata in numerose operazioni di polizia, riconosciuta quale organizzazione di ‘ndrangheta e denominata “società dei Piscopisani”. E’ proprio tra gli elementi di vertice di tale consorteria che militano infatti – sottolineano gli inquirenti – Battaglia Rosario e Fiorillo Rosario (attualmente detenuti), accusati di gravi crimini – in particolare efferati omicidi (delitto del boss di Stefanaconi, Fortunato Patania) – e cugini dei fratelli Zuliani (Giovanni, Michele e Antonio), odierni indagati.
Lo spaccio di droga ed i legami. L’attività dedita al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti, ad avviso degli investigatori, sarebbe stata quotidiana, con l’indagine che ha fornito anche uno spaccato dei forti vincoli che legano fra loro alcuni indagati: vincoli che spesso risultano essere ulteriori elementi di forza del gruppo, quale per esempio il legame di parentela che unisce alcuni di essi, in particolare i germani Zuliani, o la conoscenza datata che “nei piccoli centri urbani è considerata alla stregua del vincolo di sangue”.
La rapina al contabile della Latteria del Sole. Nell’aprile scorso, inoltre, il 27enne Arcangelo D’Angelo (in foto, finito ora agli arresti domiciliari nella presente indagine) è stato arrestato ed anche in quel caso finito ai “domiciliari” con l’accusa di aver concorso il 5 agosto 2016 ad una rapina aggravata ai danni del contabile del market “Latteria del Sole” di Vibo Valentia a cui sono stati sottratti oltre 8mila euro che stava per versare in banca. Indagini anche in questo caso eseguite dalla Squadra Mobile che si è poi ritrovata lo stesso Arcangelo D’Angelo nell’inchiesta sullo spaccio di stupefacenti scattata mercoledì scorso.
Le perquisizioni a casa di D’Angelo. Nel corso di una perquisizione in una casa rurale nei pressi del cimitero di Piscopio ed in uso ad Arcangelo D’Angelo, oltre al sequestro degli abiti e dei caschi che sarebbero stati indossati dal giovane per la rapina, la polizia ha trovato due bustine contenenti semi verosimilmente di canapa indiana, del mannitolo (notoriamente utilizzato per il “taglio” della cocaina), nonché dispositivi elettrici, lampade alogene, temporizzatori, timer e trasformatori ed un manuale per la coltivazione della marijuana, tutti oggetti propedeutici alla realizzazione di una serra artificiale per l’illecita coltivazione di piante di cannabis indica. Sequestrati inoltre alcuni appunti sfusi, riportanti nomi e cifre, verosimilmente riconducibili a conteggi inerenti lo spaccio di stupefacenti, con l’indicazione dei clienti e delle somme pagate e dovute.
Nella perquisizione effettuata in via Agrigento a Piscopio, nella palazzina di D’Angelo, e più precisamente all’ultimo piano non rifinito, la polizia ha poi ritrovato una sorta di serra assemblata con dei pannelli in legno e una tenda da campeggio che, nel periodo di utilizzo, è stata completata con l’applicazione dei dispositivi rinvenuti e sequestrati nell’abitazione di campagna.
L’inchiesta continua. L’indagine coordinata dal pm Claudia Colucci in ogni caso continua. Lo si evince da due particolari. Uno dei clienti del gruppo dei Piscopisani, dedito all’acquisto di marijuana, nelle intercettazioni ha infatti dichiarato di avere certezza che il suo telefonino era “intercettato dalla Questura”. Per tale motivo avrebbe assunto un comportamento piuttosto guardingo nel fissare gli appuntamenti con i suoi abituali fornitori di sostanze stupefacente. La polizia è quindi impegnata a capire se quelli del giovane fossero solo dei sospetti o se abbia potuto avere informazioni riservate sull’indagine in corso. Restano poi altre due persone – indicate come fornitori di sostanze stupefacenti – ancora da identificare. Anche in questo caso, a parlare di loro sono alcuni giovani consumatori di marijuana.
Intanto, nella giornata di ieri si sono svolti davanti al gip del Tribunale di Vibo, Gabriella Lupoli, gli interrogatori di garanzia degli indagati attinti dall’ordinanza applicativa delle misure cautelari personali. Giovanni, 21 anni, Michele, 19 anni, ed Antonio Zuliani, 25 anni, tutti di Piscopio e difesi dall’avvocato Francesco Muzzopappa, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Stessa scelta hanno fatto Arcangelo D’Angelo (avvocato Marco Talarico) e Nicola Doria (avvocato Giovanni Vecchio). Tali indagati sono finiti tutti agli arresti domiciliari con l’accusa di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Accusa mossa pure a Francesco Morano, 20 anni, di Vibo Valentia (avvocato Francesca Giovinazzo) ed a Emmanuele La Bella, 25 anni, di Piscopio, destinatari della misura cautelare dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria (per la firma) tutti i giorni della settimana escluse le domeniche ed i festivi.
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