Capo Vaticano, il Tar conferma: “Giusta la demolizione del cancello abusivo al Belvedere”
La struttura ed un bar-pizzeria, a due passi dalla casa del defunto scrittore Giuseppe Berto, sono stati abbattuti dal Comune di Ricadi dopo anni di “tolleranza”
La demolizione è stato “un atto dovuto”, una misura sanzionatoria volta all’accertamento dell’inosservanza di disposizioni urbanistiche, che hanno avuto come presupposto un abuso edilizio in piena regola in area sottoposta a vincolo paesaggistico. E la sanzione in questi casi è sempre la demolizione. E’ quanto stabilito dalla seconda sezione del Tar di Catanzaro in relazione alla rimozione del cancello apposto nell’area demaniale del “Belvedere” di Capo Vaticano, uno dei luoghi più suggestivi dell’intera Calabria a due passi dal faro e dalla casa del defunto scrittore veneto Giuseppe Berto che ha scelto Ricadi come seconda dimora e come luogo di sepoltura.
I giudici amministrativi hanno infatti respinto il ricorso di Giuseppe ed Ersilia Saverino finalizzato ad ottenere l’annullamento dell’ordinanza con la quale il Comune di Ricadi nel 2015 aveva ordinato la rimozione del cancello e il ripristino di libero accesso all’area pubblica.
Per il Tar dalla documentazione versata in atti “non risulta che sia mai stata presentata la Scia necessaria per la costruzione del cancello, sicché l’opera è da ritenersi abusiva, perché realizzata sine titulo”.
Il Comune di Ricadi – difeso dall’avvocato Domenico Colaci – ben poteva notificare l’ordinanza di demolizione anche al solo soggetto titolare della concessione demaniale, ossia a Saverino Ersilia.
Quest’ultima, infatti, si può in ogni caso per il Tar considerare “responsabile dell’abuso”, in quanto è tale non solo l’autore materiale dell’illecito edilizio (in questo caso Giuseppe Saverino), ma anche chi, pur non avendo materialmente compiuto l’abuso, ha la disponibilità attuale del bene, che può poi rivalersi nei confronti dell’effettivo responsabile.
Per tali motivi il ricorso dei fratelli Saverino è stato respinto.
Cronistoria degli avvenimenti. L’ordine di demolizione del chiosco-bar-pizzeria “Il Tempio di Nettuno” e del cancello abusivo realizzati a ridosso del belvedere di Capo Vaticano era stato deciso nel luglio 2015 dalla terna commissariale che ha retto le sorti del Comune di Ricadi dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose dei precedenti organi elettivi dell’ente.
L’ordinanza di demolizione era stata poi trasmessa alla Prefettura ed alla Procura di Vibo Valentia, ai carabinieri, alla Regione Calabria, alla Provincia di Vibo ed alla Soprintendenza per i Beni architettonici e paesaggistici della Calabria.
La rimozione del cancello abusivo era quindi avvenuta il 18 giugno 2015 alla presenza del prefetto, del procuratore di Vibo e dei vertici delle forze di polizia, dopo anni di tolleranza da parte delle amministrazioni comunali di Ricadi che hanno consentito che un privato, dopo aver ottenuto la concessione comunale per l’installazione di un fabbricato da adibire a bar (senza nulla-osta paesaggistico e con concessione poi scaduta), si appropriasse dell’intera area apponendo un cancello abusivo che per anni ha impedito alla collettività di avere accesso ad un belvedere straordinario.