venerdì,Novembre 29 2024

Shock a Sant’Onofrio, affissi manifesti diffamatori contro maresciallo dei carabinieri – Video

Muri del paese tappezzati da pesanti offese a Michele Sanzo, militare cui si deve l’arresto del latitante Domenico Bonavota. Azione che appare a tutti gli effetti come una ritorsione contro l'impegno dell’Arma sul territorio

Shock a Sant’Onofrio, affissi manifesti diffamatori contro maresciallo dei carabinieri – Video
I manifesti diffamatori apparsi a Sant'Onofrio

Un vero e proprio attentato ai danni di una primaria articolazione dello Stato. Un attentato che si consuma non già con pallottole e tritolo, ma con l’arma ben più subdola della parola. In questo caso impressa nero su bianco su manifesti poi affissi in giro per il paese. Sant’Onofrio questa mattina si è svegliata incredula nel veder muri e spazi riservati alle affissioni funebri tappezzati da un manifesto dal contenuto fortemente diffamatorio rivolto al maresciallo Michele Sanzo, in servizio nella locale Stazione dei carabinieri.

Pesanti offese a sfondo sessuale sotto il suo nome scritto a caratteri cubitali e accompagnato da una croce, con un formato, una simbologia e una scelta grafica che richiama esplicitamente quella dei manifesti funebri. Una ritorsione per l’azione dell’Arma sul territorio? Una vendetta “privata” per un presunto torto subito dal militare? Le ipotesi sono varie e molteplici. Di certo lo straordinario lavoro compiuto anche da questo presidio di legalità nell’ambito delle varie inchieste istruite da Procura ordinaria e Dda, potrebbero rappresentare un’ipotesi di partenza per risalire agli autori del grave gesto. Proprio a Sanzo si deve peraltro il certosino lavoro che ha condotto all’individuazione e all’arresto del latitante Domenico Bonavota, il 6 agosto scorso. L’esponente apicale e braccio armato dell’omonimo clan aveva fatto perdere le sue tracce due anni prima e, proprio grazie al fiuto dei carabinieri di Sant’Onofrio, è stato rintracciato in una casa nella periferia del paese e assicurato alla giustizia.  

Compatta l’Arma vibonese si è subito attivata per venire a capo della spinosa questione. Un’attività che, oltre al comandante provinciale Bruno Capece e al Comandante di Compagnia Gianfranco Pino, vede in prima linea anche il neo comandante del Reparto operativo Alessandro Corda, a Vibo da due giorni appena e subito alle prese con il primo caso scottante arrivato sulla sua scrivania.  

Le reazioni politiche

«Esprimo grande vicinanza e solidarietà al maresciallo della stazione dei carabinieri di Sant’Onofrio Michele Sanzo, oggetto di un vile e inqualificabile atto intimidatorio». Così il senatore di Forza Italia e componente della commissione nazionale Antimafia Giuseppe Mangialavori.

«Questa mattina, a Sant’Onofrio – spiega il parlamentare – sono stati affissi manifesti che richiamano i necrologi e su cui sono riportate frasi altamente diffamatorie nei confronti del maresciallo Sanzo, un militare specchiato la cui opera è apprezzata in tutta la provincia vibonese. Sono sicuro che gli organi inquirenti faranno piena luce su questo episodio, nella certezza che il maresciallo Sanzo continuerà a dare lustro all’Arma dei carabinieri, così come ha sempre fatto».

«Esprimo la mia piena solidarietà e vicinanza al maresciallo dei carabinieri Michele Sanso, in servizio nella stazione di Sant’Onofrio, fatto oggetto di un gravissimo gesto intimidatorio. Sono stati affissi, infatti, sui muri del paese del Vibonese, dei manifesti di tipo funebre, dal contenuto diffamatorio nei confronti del militare, uno dei protagonisti dell’arresto del latitante Domenico Bonavota».

Così il deputato di Fratelli d’Italia Wanda Ferro, segretario della Commissione parlamentare antimafia e componente della Commissione Difesa. «Sono fiduciosa – prosegue – che gli inquirenti facciano luce al più presto su un atto che ha l’obiettivo di scoraggiare e indebolire lo straordinario lavoro di magistratura e forze dell’ordine in un territorio in cui operano pericolose organizzazioni mafiose. Di fronte alla capacità dei criminali di sfidare in maniera sfrontata lo Stato e i suoi rappresentanti, la risposta deve essere immediata e determinata, per dare fiducia ad una comunità che ha dimostrato di voler stare dalla parte della legalità».

top