‘Ndrangheta: omicidio dei fratelli Loielo a Gerocarne, al via l’appello
A Catanzaro imputati il boss Bruno Emanuele e Vincenzo Bartone nel processo nato dall’operazione “Luce nei boschi”
Riapertura dell’istruttoria dibattimentale, acquisizione della recente sentenza di assoluzione di Bruno Emanuele dal duplice omicidio Pepe-Abbruzzese commesso a Cassano allo Jonio, sentenza con cui i giudici amministrativi hanno confermato la revoca del programma di protezione nei confronti del pentito (ed ex boss di Cassano) Antonio Forastefano, nuovo accertamento peritale in ordine al duplice omicidio dei fratelli Loielo. Questa la richiesta degli avvocati Giuseppe Di Renzo ed Enzo Galeota oggi dinanzi alla Corte d’Assise d’Appello nel processo che vede imputati di duplice omicidio Bruno Emanuele, 44 anni, di Gerocarne, e Vincenzo Bartone, 48 anni, pure lui di Gerocarne. In primo grado entrambi gli imputati sono stati condannati all’ergastolo il duplice omicidio dei fratelli Giuseppe e Vincenzo Loielo (presunti boss dell’omonima cosca vibonese), fatto di sangue avvenuto nell’aprile 2002 mentre le vittime si trovavano in auto nei pressi dell’acquedotto di Gerocarne. La Fiat Panda dei fratelli Loielo venne crivellata a colpi di mitraglietta e kalashnikov.
Importanti ai fini della ricostruzione e dell’attribuzione delle responsabilità del duplice omicidio dei fratelli Loielo, si sono rivelati gli accertamenti sulle schede telefoniche rinvenute sul luogo dell’agguato e poi le dichiarazioni del pentito Tonino Forastefano, boss di Cassano allo Jonio, nel Cosentino, stretto alleato e sodale del boss vibonese Bruno Emanuele che con l’eliminazione dei fratelli Loielo ha assunto definitivamente il ruolo di “braccio armato” del “locale di ‘ndrangheta di Ariola”, struttura criminale al cui vertice vi sarebbe stato incontrastato il boss Antonio Altamura. Antonio, detto “Tonino” Forastefano ha confessato di aver preso parte all’agguato mortale contro i fratelli Loielo, consumato nei pressi dell’acquedotto di Gerocarne, su richiesta del suo amico e sodale Bruno Emanuele. I tentati omicidi ai danni degli stessi fratelli Loielo portano invece le date del 25 marzo, 8 aprile e 15 aprile 2002.
Bruno Emanuele è difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo ed Enzo Galeota; Vincenzo Bartone Gianni Russano e Salvatore Staiano. La Corte si è riservata sulle richieste della difesa e nella prossima udienza (23 ottobre) del processo – che rappresenta un troncone dell’operazione “Luce nei boschi” – scioglierà la riserva.
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‘Ndrangheta: omicidi a Cassano allo Jonio, assolto il boss vibonese Bruno Emanuele