Spara e ferisce il cognato a Vibo Valentia, c’è un fermato
Le indagini della Squadra Mobile, con il coordinamento del pm Aliberti, portano un 42enne del luogo a costituirsi in Questura
La Squadra Mobile di Vibo Valentia ha dato esecuzione al fermo di indiziato di delitto, emesso dalla Procura di Vibo Valentia, guidata dal Procuratore Camillo Falvo, nei confronti di Piero Castagna, 42 anni, di Vibo Valentia, già noto alle forze dell’ordine. Castagna è gravemente indiziato del tentato omicidio ai danni di Francesco Purita, raggiunto da colpi d’arma da fuoco nella serata di mercoledì mentre si trovava all’interno di un terreno sito nella frazione Vena Superiore. Dopo il ferimento di Purita, Piero Castagna si era reso immediatamente irreperibile, mentre Purita era stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Vibo Valentia in condizioni inizialmente critiche. Fondamentali ai fini della ricostruzione dell’accaduto sono state proprio le dichiarazioni della vittima la quale, già nell’immediatezza dei fatti, aveva riferito ai poliziotti della Squadra Mobile che era stato sparato da suo cognato Piero Castagna.
Escussa nuovamente il giorno successivo, alla presenza del pubblico ministero Filomena Aliberti, la vittima – dopo aver ricevuto le prime cure – ha meglio circostanziato i fatti, raccontando la dinamica della sparatoria con dovizia di particolari. Francesco Purita ha infatti riferito che, dopo aver ricevuto una telefonata “monitoria” da Castagna, nella quale gli intimava di non recarsi più in quel terreno, quest’ultimo lo avrebbe raggiunto a bordo di un’autovettura, intimandogli che “dopo avrebbero fatto i conti”. A seguito di questo primo avvertimento, Castagna si sarebbe allontanato dal luogo in questione per farvi ritorno dopo pochi minuti con fare decisamente più aggressivo. E’ stato in tale frangente che Castagna, dopo aver nuovamente minacciato verbalmente Purita, avrebbe estratto la pistola e avvicinatosi alla vittima – che nel frattempo cercava di fuggire – l’avrebbe attinta dapprima con un colpo all’orecchio e subito dopo con altri spari ad un braccio e alle gambe, provocando la caduta del cognato.
Non ancora appagato, Castagna avrebbe ulteriormente attinto la vittima, ormai riversa al suolo e quasi priva di sensi, con un ennesimo colpo di pistola all’inguine, per poi continuare nell’efferata azione delittuosa sferrandogli numerosi calci al petto e alle gambe. Purita ha concluso il suo racconto dichiarando che, dopo la fuga del suo attentatore, è riuscito miracolosamente a comporre il numero di emergenza 113 chiedendo di essere soccorso. Le ulteriori investigazioni, condotte attraverso numerose escussioni di persone informate sui fatti e le ininterrotte ricerche di Piero Castagna, hanno messo in luce da un lato l’assoluta reticenza e omertà dei familiari e dei conoscenti di quest’ultimo e, dall’altro, una serie di contraddizioni, anch’esse sintomatiche della volontà di sottacere ogni forma di responsabilità dell’autore del reato, ma che hanno rafforzato la sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in capo all’odierno fermato. Quando ormai il cerchio attorno al responsabile del tentato omicidio stava per chiudersi, Piero Castagna ha deciso di costituirsi, presentandosi in Questura accompagnato dal proprio legale di fiducia.
Il provvedimento restrittivo rappresenta, quindi, il frutto di serrate indagini condotte sul campo dalla Squadra Mobile, sotto il costante coordinamento della Procura di Vibo Valentia, che hanno permesso di far luce su questo grave fatto delittuoso, le cui ragioni sono da ricondursi, con ogni probabilità, a dissidi maturati in ambito familiare. Al termine delle formalità di rito, Piero Castagna è stato portato nel carcere di Vibo Valentia.