Ancora di fine ‘800 rinvenuta nelle acque del porto di Vibo Marina
Sopralluogo degli esperti dell’Arma, della Capitaneria e della Soprintendenza per ispezionare l’oggetto ritrovato. Attività anche nei litorali di Briatico e Pizzo
Un’ancora di fine ‘800 è stata ritrovata nelle acque di Vibo Marina. E proprio questo pomeriggio, sulla banchina Cortese, si è svolta un’ispezione per valutare le caratteristiche e lo stato di conservazione dell’ancora rinvenuta nelle acque portuali. L’ispezione è stata condotta dal funzionario archeologo subacqueo della Soprintendenza archeologica per la città metropolitana di Reggio Calabria e la provincia di Vibo Valentia, di intesa con il segretariato regionale del Mibact per la Calabria, e con il supporto del personale della Capitaneria di porto di Vibo Marina, del Nucleo tutela patrimonio culturale dei carabinieri di Cosenza e del Nucleo carabinieri subacquei di Messina.
Il ritrovamento era stato operato alcune settimane fa dal personale del Nucleo sommozzatori della Guardia costiera di Messina, mentre svolgeva degli interventi di altra natura su richiesta della locale Capitaneria di porto. L’archeologo della Soprintendenza, Alessandra Ghelli, ha valutato l’ancora, di ferro ed alta circa due metri, afferente al patrimonio culturale sommerso, in quanto presumibilmente inquadrabile cronologicamente nella seconda metà dell’ottocento, ed impiegata per assicurare al fondo le reti utilizzate per le attività di cattura del tonno, un tempo praticata a Vibo Marina. Il funzionario archeologo subacqueo, unitamente al Nucleo carabinieri subacquei di Messina, è impegnato, in questi giorni, anche in altre attività connesse alla tutela del patrimonio culturale sommerso nelle acque antistanti il litorale di Vibo, Briatico e Pizzo.