Rinascita-Scott: le ingerenze dei Bonavota nelle società di calcio di Filogaso e Soriano
I carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia dedicano un capitolo dell’inchiesta alla cessione di alcuni giocatori da una squadra all’altra
Affronta anche il capitolo delle ingerenze delle consorterie di ‘ndrangheta in alcune società di calcio del Vibonese, l’inchiesta antimafia Rinascita-Scott giunta alla conclusione delle indagini preliminari. L’attività di indagine, compiuta dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia e che è proseguita anche dopo gli arresti del dicembre scorso, svela particolari del tutto inediti sulle trattative fra alcune squadre di calcio locali, tanto che gli investigatori intitolano un capitolo della loro monumentale inchiesta all’ingerenza della consorteria dei Bonavota di Sant’Onofrio “nelle società di calcio Asd Filogaso e Ags Soriano 2010” le quali militano rispettivamente nei campionati di Promozione ed Eccellenza. In tale contesto emerge la figura dell’indagato Salvatore Bonavota di Sant’Onofrio, il quale avrebbe tentato di dissipare i dissidi tra le due società sportive, imponendo il proprio volere in ordine alle cessioni di alcuni calciatori. In tal senso, pertanto, emerge la sua “caratura criminale in seno alla consorteria”, avvalendosi secondo gli investigatori dei suoi più stretti sodali: Giuseppe Fortuna, 43 anni (accusato del reato di associazione mafiosa nell’inchiesta Rinascita-Scott e fratello del più noto Francesco Fortuna, indicato quale killer ed elemento di spicco del clan Bonavota) e Giuseppe Barbieri, 47 anni, detto “Padre Pio” (anche lui accusato del reato di associazione mafiosa con il compito della gestione delle estorsioni per conto del clan Bonavota). [Continua]
In data 19 luglio 2019 i carabinieri registrano una conversazione telefonica intercorsa tra Giuseppe Fortuna e Giuseppe Galati, quest’ultimo autotrasportatore e presidente della squadra di calcio Asd Filogaso. Nella circostanza emerge come quest’ultimo chieda al primo di recarsi con lui in un luogo non specificato, esortandolo a fargli sapere se entro le undici riusciva a liberarsi.
Durante le conversazioni intercettate, Giuseppe Galati lamentava un tentativo della squadra di calcio di Soriano Calabro – rappresentata dai Monardo – di “accaparrarsi numerosi giocatori della squadra di Filogaso senza il rispetto delle regole”. Precisava che, trattandosi di giovani calciatori al di sotto dei venticinque anni, vi era l’obbligo per la squadra acquirente di trattare la cessione dapprima con la squadra cedente e poi con i calciatori, mentre i Monardo – secondo la ricostruzione degli inquirenti – avrebbero “agito alle spalle di quest’ultima, tentando di convincere dapprima gli atleti ad accasarsi alla loro squadra, con il chiaro intento di non voler pagare il cartellino dei giocatori acquistati dalla squadra del Filogaso”. Giuseppe Galati avrebbe quindi aggiunto che i “Monardo sostenevano di essere in possesso di una registrazione nella quale lo stesso Galati aveva ammesso di voler cedere i propri giocatori”. Il commento andava poi alla squadra del Soriano che disputava il campionato di Eccellenza e “puntava a raggiungere la serie D”, in cui le partite sarebbero divenute – stando all’intercettazione – oggetto “di scommesse sportive, al fine di lucrare con le medesime”.
In data 26 luglio 2019 veniva poi registrata un’ulteriore conversazione ambientale tra Giuseppe Fortuna e Giuseppe Galati avente sempre il medesimo oggetto. Giuseppe Fortuna faceva così riferimento a Salvatore Bonavota che aveva inteso convocare presso di sé Galati tramite lo stesso Fortuna. Galati “riferiva – evidenziano i carabinieri – che il motivo della convocazione da parte di Salvatore Bonavota era da ricondursi sempre al fatto dei giocatori”.
Pertanto, ad dire dell’interlocutore, “i calciatori del Filogaso sarebbero andati unitamente al direttore sportivo della squadra, Gregorio Lopreiato, dai Monardo per discutere del trasferimento dei calciatori alla squadra di Soriano. Nella circostanza, il predetto Gregorio avrebbe scaricato la responsabilità di quella decisione su Galati e di contro i Monardo avrebbero fatto riferimento – sottolineano gli investigatori – ad una registrazione vocale nella quale Galati ammetteva di voler ceder i propri giocatori al Soriano. Pertanto, il giovane presidente mandava una ’mbasciata a Salvatore Bonavota, precisando la sua volontà di mantenere l’organico della propria squadra”. Al rimprovero di Giuseppe Fortuna per non essersi presentato al cospetto di Salvatore Bonavota, Galati avrebbe quindi risposto “di non aver preso accordi diretti con Bonavota, bensì con tale Pino 38, al quale aveva spiegato la propria posizione in merito ed il quale a sua volta l’aveva riportata al Bonavota (“Non è venuto lui! Io ho parlato con Pino 38, sono andati a dirglielo. Pino mi ha fermato gli ho detto.. no Pino mio mi dispiace, ma sti giocatori non mi hanno firmato e ci servono alla squadra, punto, argomento chiuso!”).
Galati, avendo compreso il reale intento di Salvatore Bonavota, avrebbe tentato di spiegarlo a Giuseppe Fortuna, riferendogli: “Se questo deve fare il cinema che deve dimostrare ai suoi paesani che Peppe Galati va a trovarlo in piazza è un altro discorso, che per questo mi vuole non lo hai capito perché mi vuole?”. Pertanto, l’insistenza di Salvatore Bonavota nel convocare presso di sé Giuseppe Galati sarebbe consistito “in un atto di forza posto in essere da Bonavota – sottolineano gli investigatori – per manifestare al paese di Sant’Onofrio il suo potere e la sua caratura criminale, attraverso la quale aveva costretto un imprenditore e presidente della squadra di calcio di Filogaso a presentarsi al suo cospetto. Per portare a termine tale opera Bonavota si era avvalso di due intermediari, ovvero Giuseppe Fortuna e Pino 38. Quest’ultimo è stato identificato in Giuseppe Barbieri, ritenuto un sodale della consorteria di Sant’Onofrio, detto anche Padre Pio”. Da sottolineare che né Giuseppe Galati e neppure i Monardo e Gregorio Lopreiato sono in alcun modo indagati nell’inchiesta Rinascita-Scott.
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