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Mileto: lo scrittore Mimmo Mazzeo ritorna sull’omicidio di Francesco Lamberti Prestia

Appello per chiedere la verità in tutta la sua interezza. Una vicenda che ad oggi presenta diversi coni d’ombra

Mileto: lo scrittore Mimmo Mazzeo ritorna sull’omicidio di Francesco Lamberti Prestia

All’indomani delle infuocate frasi di denuncia del parroco della cattedrale don Domenico Dicarlo, a ritornare sull’omicidio del 15enne Francesco Lamberti Prestia è oggi lo scrittore di Mileto Mimmo Mazzeo, presidente dell’associazione culturale “La Ginestra” (in foto). Una vicenda con numerosi coni d’ombra, nonostante del fatto di sangue si sia da subito addossato le responsabilità il coetaneo Alex Pititto. Sono passati ormai due mesi dall’efferato omicidio e la famiglia quanto i cittadini di Mileto attendono di saperne di più, nella speranza che la verità emerga finalmente a 360 gradi in tutta la sua interezza. “Questa non è la solita enunciazione o il mantra che ormai si va ripetendo da mesi – spiega Mazzeo – ma una considerazione a denti stretti, visto che il tempo sta scorrendo come un fiume in piena e di novità ce ne sono davvero poche. Nel rispetto per il massimo riserbo che copre il lavoro delle forze dell’ordine e della magistratura, la gravità dell’episodio ha causato orrore nel cuore della gente. Questo induce a porsi delle domande, per cercare di capire qualcosa che qualcuno avrebbe dovuto spiegare già da un pezzo, a far lievitare dei dubbi enormi e pesanti come macigni, a formulare delle ipotesi che nell’assurdo di questo Paese, diventano brividi ed annunciano sdegno”.

Una sorta di richiamo e di appello agli organi inquirenti quello dello scrittore, affinché vengano sciolti i tanti interrogativi che sin dall’inizio hanno avvolto la vicenda. Nella piena convinzione che un omicidio non si può dire del tutto risolto quando chi si è addossato le responsabilità non consegna o non fa trovare l’arma de delitto, o quando il fatto di sangue appare per ora una semplice questione fra adolescenti legata alla sfera sentimentale . “Non so se si è capito in pieno cosa è accaduto a Francesco – prosegue Mazzeo – non so se si è compresa la portata planetaria di questo dramma umano e sociale che ha coinvolto, travolto e sconvolto diverse famiglie, un’intera comunità e tutta la Nazione. In questo momento ci sono milioni di persone in attesa di capire, lo stesso numero di gente che è pronta a scendere in piazza per chiedere veritàci sono giornali, televisioni, associazioni e comunità che stanno rispettando il lavoro degli inquirenti, ma a questo punto – conclude – in nome della democrazia, della giustizia, della moralità e dell’umanità si deve pretendere la verità: una, sola e inconfutabile. Tra poco cominceranno a sfiorire le giornate e la natura prepara già il suo lungo sonno invernale; le scuole riapriranno con dei banchi tristemente vuoti…e questa non è una bella sensazione per nessuno. Cerchiamo quindi, per favore, di non trasformare il dolore in rabbia. Dunque, attendiamo”.

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