Truffa all’Inps, assolto un 39enne di Filandari
Era accusato di aver celato il decesso di una cointestataria di un libretto postale
Il Tribunale monocratico di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Claudia Caputo, ha assolto Massimo Melluso dal reato di truffa aggravata ai danni dell’Inps. Il 39enne di Filandari era accusato di aver fraudolentemente celato all’Istituto nazionale di Previdenza sociale, il decesso della cointestataria di un libretto postale, inducendo i funzionari delll’Inps ad accreditare sul conto corrente della medesima sia la pensione di vecchiaia contributiva che quella di invalidità, con cadenza mensile ed in 34 soluzioni, provvedendo poi a ritirarla per conto della medesima ed ottenendo un ingiusto profitto pari a 41.000 euro.
Il pm aveva chiesto la condanna dell’imputato ad 8 mesi di reclusione. Gli avvocati Giuseppe Bagnato e Adele Villone, difensori dell’imputato, hanno tuttavia evidenziato come dall’istruttoria dibattimentale non fossero emersi elementi tali da consentire di dimostrare la consapevolezza dell’avvenuto decesso della cointestataria del conto corrente. Melluso era stato infatti delegato al prelievo da parte di un terzo soggetto, parente della signora, e non avrebbe avuto contatti diretti con quest’ultima, residente in Francia da parecchi anni. Secondariamente, i difensori hanno rappresentato il difetto di prova circa la sussistenza dell’ingiusto profitto, posto che il denaro di volta in volta prelevato dall’imputato veniva, dal medesimo, consegnato nelle mani del soggetto delegante ed adoperato al fine di pagare dei lavori di ristrutturazione in corso presso una casa di proprietà della famiglia della deceduta. Dopo la camera di consiglio, il giudice, in accoglimento dei rilievi della difesa, ha quindi assolto l’imputato con la formula “perché il fatto non costituisce reato”.