Mileto: don Domenico Dicarlo contro gli “assassini” che smerciano droga sul territorio
Dal pulpito, il parroco della Cattedrale invita la popolazione a “denunciare e allontanare i seminatori di morte, spesso riveriti e ossequiati”
“Per altre cose sì, ma guardate se c’è qualcuno a Mileto che pensa di fare una Fiaccolata contro gli assassini che seminano morte, producendo e distribuendo la droga sul territorio. Gente che, invece di essere allontanata e tenuta in disparte, spesso viene riverita, ossequiata e tenuta in grande considerazione. Basta con questa ipocrisia. Risvegliamo le nostre coscienze e diciamo una volta per tutte basta a questo modo di fare e di pensare. Ne va la vita dei vostri figli e dei tanti giovani che vivono in questa terra bella e, nel contempo, martoriata e dannata. Ne va il futuro di un’intera generazione”.
Sono forti le parole pronunciate già domenica, e ribadite oggi, dal parroco della cattedrale don Domenico Dicarlo dal pulpito della chiesa madre della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Un vero e proprio anatema, che in queste giornate di grande calura estiva assume toni ancora più roventi, abbattendosi come un macigno sulle coscienze di una comunità inebetita, quasi assuefatta a tali tipi di problematiche. Ancor di più perché lanciato da un sacerdote “credibile”, da sempre in primo piano nella lotta alla tossicodipendenza. Che, in tempi non sospetti, ha persino rischiato la vita operando nella Comunità di prima accoglienza e recupero “Maranathà” che presiede a Mileto, accogliendo e contribuendo a far uscire dal tunnel della droga e dell’alcool gente proveniente da tutto il Meridione d’Italia. “Sono molto contento – ha aggiunto dal pulpito don Dicarlo – del fatto che i carabinieri hanno scoperto una nuova coltivazione di canapa indiana. A fare queste cose è, spesso, gente insospettabile e, tuttavia, priva di coscienza, che senza nessuna vergogna e pudore produce veleni che mandano in rovina e distruggono la vita di tanti giovani, tra cui i propri figli e nipoti. Non è vero che lo spinello non fa male, al contrario rappresenta l’anticamera dell’inferno e del baratro in cui tanti adolescenti cadono o rischiano di cadere. Denunciamo gli assassini che seminano morte! Prendiamo, finalmente, le distanze da chi predica e produce la droga e il malaffare!”
Il parroco della Cattedrale non è, comunque, nuovo a denunce e sortite del genere. L’ultima clamorosa iniziativa risale appena a qualche settimana fa, allorquando “per dire basta al ripetersi di eventi criminosi, sempre più efferati e crudeli, che stanno spargendo sangue, lutti e distruzione sul territorio, non risparmiando neppure povere vittime 15enni”, ha deciso di annullare la Festa civile di San Fortunato Martire, patrono dei Vigili urbani della provincia di Vibo Valentia, in programma il prossimo 28 agosto.