‘Ndrangheta: omicidio Pugliese Carchedi, annullata l’ordinanza per Michele Fiorillo
Decisione del Tdl di Catanzaro. Ritenuto dalla Dda fra gli esecutori materiali del delitto, resta detenuto per “Crimine”. Ad accusarlo i pentiti Moscato e Mantella. Rinuncia al Riesame, invece, per Rosario Fiorillo
Decisione di non poco peso del Tdl ai fini della solidità dell’impalcatura accusatoria nell’inchiesta “Outset” scattata il 14 luglio scorso, con il coordinamento della Dda, per far luce sull’omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi e il ferimento di Francesco Macrì (avvenuti il 17 agosto 2006 lungo la provinciale fra Pizzo e Vibo Marina) e l’uccisione di Mario Franzoni avvenuta a Portosalvo.
Per quanto attiene all’eliminazione di Giuseppe Pugliese Carchedi, 26 anni, di Vibo Valentia (nella foto in bianco e nero) ed il ferimento del suo autista Francesco Macrì, pure lui di Vibo, il Tribunale del Riesame di Catanzaro in accoglimento delle argomentazioni sollevate dall’avvocato Sergio Rotundo ha infatti annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Michele Fiorillo, 31 anni, alias “Zarrillo”, di Piscopio (in foto).
Contro di lui l’accusa di essere uno degli esecutori materiali del fatto di sangue mossa dai collaboratori di giustizia vibonesi Raffaele Moscato e Andrea Mantella.
Michele Fiorillo non lascerà il carcere sol perché sta scontando una condanna definitiva a 8 anni per associazione mafiosa rimediata nel processo “Crimine” istruito dalla Dda di Reggio Calabria che ha colpito anche il “locale” di ‘ndrangheta di Piscopio. Michele Fiorillo si trova attualmente detenuto nel carcere di Ancona. Nei suoi confronti, ad avviso del Tribunale del Riesame, mancano dunque i gravi indizi di colpevolezza per mantenere l’ordinanza di custodia cautelare in carcere in relazione all’omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi ed al ferimento di Francesco Macrì. Non bastano, in tal senso, le dichiarazioni incrociate dei due collaboratori di giustizia Mantella e Moscato.
Rinuncia, invece, al Riesame Rosario Fiorillo, 28 anni, alias “Pulcino”, pure lui di Piscopio e cugino di Michele. Anche Rosario Fiorillo è accusato di essere uno degli esecutori materiali dell’omicidio di Giuseppe Pugliese Carchedi e del ferimento di Francesco Macrì. Rosario Fiorillo si trova attualmente detenuto nel carcere di Santa Maria Capua a Vetere anche con l’accusa di aver preso parte all’omicidio del boss di Stefanaconi Fortunato Patania, ucciso nel settembre 2011 nel suo distributore di carburanti nella Valle del Mesima.
Operazione “Outset”: tutti i particolari inediti ed i retroscena dell’omicidio di Pugliese Carchedi
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