“Romanzo criminale”: processo a don Santaguida e Cannizzaro, ricusazione respinta
La Corte d’Appello di Catanzaro ha rigettato la richiesta di astensione dei giudici del Tribunale di Vibo che stanno giudicando il sacerdote ed il carabiniere
Rigettata dalla Corte d’Appello di Catanzaro l’istanza di ricusazione presentata dagli avvocati Enzo Galeota e Aldo Ferraro nei confronti del giudici del Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel processo stralcio nato dall’operazione antimafia denominata “Romanzo criminale” che vede a giudizio don Salvatore Santaguida, già parroco di Stefanaconi ed attualmente in servizio a Pizzo Calabro, e Sebastiano Cannizzaro, ex maresciallo della Stazione di Sant’Onofrio. Entrambi sono accusati di concorso esterno in associazione mafiosa (Cannizzaro anche di falso ideologico e omissione d’atti d’ufficio), ovvero il clan Patania di Stefanaconi.
I giudici del Tribunale di Vibo (presidente Lucia Monaco, giudici a latere Pia Sordetti e Giovanna Taricco) nell’udienza del 29 marzo scorso avevano dichiarato la propria incompatibilità alla trattazione del processo in quanto gli stessi togati il 12 marzo hanno emesso la sentenza nei confronti di altri 14 imputati del medesimo procedimento nato dall’operazione antimafia denominata “Romanzo criminale”.
Per i legali degli imputati, gli stessi giudici, avendo già riconosciuto con apposita sentenza l’esistenza dell’associazione mafiosa dei Patania, hanno già operato una valutazione pure sulle figure di Cannizzaro e Santaguida, posto che nello stesso capo d’imputazione si contestava l’operatività del clan anche attraverso il presunto apporto di Cannizzaro e Santaguida.
Il giudice Lucia Monaco aveva peraltro convalidato nel 2012 i fermi dell’operazione antimafia “Gringia” che prendeva in esame gli omicidi commessi dal clan Patania.
La decisione della Corte d’Appello. Per i giudici la ricusazione – allo stato – è da respingere in quanto non sono state ancora depositate le motivazioni della sentenza del processo “Romanzo criminale” che ha visto la condanna per il clan Patania (Giuseppina Iacopetta + altri). Per la Corte d’Appello è poi parimenti da respingere perché “ininfluente” il richiamo al provvedimento di fermo dell’operazione “Gringia” in cui la valutazione di “attendibilità dei collaboratori di giustizia è stata effettuata in riferimento ad uno specifico fatto delittuoso – scrivono i giudici – e non implica necessariamente un’analoga valutazione in relazione ad un’imputazione diversa” quale quella mossa nel processo “Romanzo criminale”. Da qui il rigetto dell’istanza delle difese di Cannizzaro e Santaguida.
Conseguenze e scenari. La prossima udienza del processo a Vibo Valentia è stata fissata per il 4 ottobre. Entro tale data, però, gli stessi giudici avranno depositato le motivazioni della sentenza “Romanzo criminale” con la quale hanno riconosciuto l’esistenza del clan Patania. Dopo il deposito, se nelle motivazioni i difensori di Santaguida e Cannizzaro troveranno in qualche modo citati i loro clienti per fatti di reato in concorso con i Patania che – pur incidentalmente dovessero sfiorarli – potranno ripresentare istanza di ricusazione. In tal senso è significativo che la Corte d’Appello nel respingere la ricusazione abbia sottolineato che “allo stato” respinge la ricusazione. Allo stato, appunto.
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