Coppia gay respinta a Ricadi, il vicesindaco Cuppari: «Rifiutiamo ogni discriminazione» (VIDEO)
Sul caso scatenato dal rifiuto del gestore di una casa vacanza di ospitare “gay e animali” si è espressa anche la vicepresidente delle donne giuriste d’Italia Alessia Bausone: «La Calabria non è l’Oregon»
«Deploriamo, a nome della comunità che mi sento di rappresentare e come amministrazione comunale, le discriminazioni. A Ricadi siamo persone civili ed evolute e simili discriminazioni e differenze nel 2017 non si possono sentire. Ognuno è libero di vivere la propria vita sessuale come meglio crede».
E’ quanto dichiara all’Agi il vicesindaco del Comune di Ricadi, Patrizio Cuppari, dopo che una coppia gay napoletana si sarebbe vista rifiutare la prenotazione di una casa-vacanza nella frazione di Santa Maria del centro turistico del Vibonese da parte del proprietario di una casa albergo che avrebbe anche scritto in un messaggio telefonico di non accettare nella struttura “gay e animali”.
«Come Comune – sottolinea il vicesindaco – siamo stati fra i primi ad approvare un regolamento per i matrimoni civili fuori dalla sede municipale. Proprio il 23 giugno scorso, infatti, il sindaco Giulia Russo ha celebrato sulla spiaggia di località Riaci, sempre nel comune di Ricadi, un matrimonio fra persone dello stesso sesso. Ripeto: l’amministrazione comunale, ma credo di poter parlare a nome dell’intera comunità, ha sempre respinto ogni forma di discriminazione e credo si tratti nel caso di specie di un episodio isolato. Un fatto – conclude – comunque da deplorare».
L’episodio successo di Ricadi viene condannato anche da Alessia Bausone, vicepresidente dell’Associazione donne giuriste Italia, sezione di Catanzaro. «E’ grave – dichiara – per il Comune di Ricadi dove il mese scorso la sindaca Giulia Russo ha celebrato la terza unione civile della Calabria, dimostrando di essere a guida di una amministrazione inclusiva. E’ grave per il territorio vibonese dove, nel dicembre 2016, il sindaco della vicina Pizzo Gianluca Callipo aveva celebrato un’unione tra persone dello stesso sesso. Rimane, comunque, alto il rischio che venga gettata un’onta su una zona tradizionalmente aperta e progressista nei valori e nelle azioni quotidiane degli amministratori e dei cittadini. E’ grave per la Calabria che rischia di essere paragonata con qualche stato iperconservatore americano dove le leggi consentono agli imprenditori e agli esercenti, in virtù di una interpretazione assai discutibile, se non distorta, della libertà di impresa e di religione, di negare servizi e prestazioni alle persone omosessuali».
Per Bausone: «La Calabria non è l’Indiana o l’Oregon. La Calabria è Europa e Italia. La stessa Italia definita dalla sottosegretaria al turismo Bianchi patria del turismo culturale inclusivo e “gay-friendly”. Il sindaco Giulia Russo ha la possibilità attribuitale dalla legge regionale 2/2003 di sospendere o chiudere questa struttura revocandole, altresì, se beneficiaria, i contributi pubblici. Vorrei solo ricordare che il regolamento attuativo del Testo Unico sulle leggi di pubblica sicurezza prevede espressamente che gli esercenti non possano rifiutare la prestazione a clienti paganti senza un giustificato motivo e, com’è noto, non sono previste forme di obiezioni di coscienza per chi presta un servizio su autorizzazione del Comune (beneficiando pure, eventualmente, di contributi e sgravi fiscali) e si propone di fare una “arbitraria selezione naturale” all’ingresso della propria struttura».
Quindi l’invito, rivolto al sindaco Russo a «intervenire in maniera netta e alle forze politiche calabresi a non esimersi dal discutere e approvare il prima possibile la legge regionale contro l’omofobia depositata dall’onorevole Giudiceandrea, una legge di civiltà che non avrebbe consentito episodi come questo lesivi della dignità delle persone coinvolte e del turismo calabrese».
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