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Operazione Minosse: processo dura 13 anni, reati prescritti a Vibo

Una sola condanna nell’inchiesta nata dalle indagini dei carabinieri della Stazione che avevano portato alla luce un vasto traffico di droga con collegamenti sino a Firenze e rifornimenti in Colombia ed Albania

Operazione Minosse: processo dura 13 anni, reati prescritti a Vibo
Il Tribunale di Vibo Valentia

Si è concluso inesorabilmente con una raffica di prescrizioni dei reati, il processo nato dall’operazione denominata “Minosse 1”, scattata il 10 febbraio 2005 e nata da una vasta attività investigativa diretta dall’allora comandante della Stazione dei carabinieri di Vibo Valentia Nazzareno Lopreiato. Detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti e detenzione di armi i reati, a vario titolo, contestati agli imputati. 
Si trattava di uno dei dibattimenti più importanti in corso dinanzi al Tribunale collegiale ma che, fra trasferimenti e cambi dei pm e dei giudici del Collegio, ha viaggiato per anni su un “binario morto”. Il 17 gennaio del 2013, inoltre, i difensori di alcuni imputati, a causa della diversa composizione del Collegio, non hanno prestato il consenso per far salva l’istruttoria dibattimentale sino ad allora compiuta. Da qui il verdetto di oggi del Tribunale di Vibo che registra diverse estinzioni dei reati contestati per intervenuta prescrizione (alla quale nessun imputato ha inteso rinunciare). [Continua dopo la pubblicità]

Giuseppe Corsaro

La sentenza del Tribunale collegiale presieduto dal giudice, Chiara Sapia (a latere Claudia Caputo e Giorgia Maria Ricotti) registra la condanna del solo Giuseppe Corsaro, 42 anni, di Motta Filocastro (frazione di Limbadi), al quale sono stati inflitti 4 anni e 6 mesi di reclusione, più 18mila euro di multa ed il pagamento delle spese processuali. E’ stato ritenuto responsabile del reato di detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Per lo stesso reato (detenzione illegale di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio) non luogo a procedere per intervenuta prescrizione per: Carmelo Belvedere, 61 anni, di Vibo;

RANIELI MICHELE arresto droga
Michele Ranieli (prescrizione)

Domenico Belvedere, 41 anni, di Vibo Valentia; Gianluca Tassone, 39 anni, di Soriano Calabro; Giovanni Cossu, 39 anni, di Vibo Valentia; Michele Ranieli, 41 anni, di Rombiolo. Per altri capi di imputazione legati agli stupefacenti, della prescrizione beneficia anche Giuseppe Corsaro che incassa però l’assoluzione “perché il fatto non sussiste” per altro capo di imputazione, unitamente a Giovanni Cossu, Carmelo e Domenico Belvedere. Le contestazioni coprivano un arco temporale che andava dal 1999 al 2001.

Gregorio Giofrè

Assoluzione perché il fatto non sussiste anche per Gregorio Giofrè, 57 anni, di San Gregorio d’Ippona, che il 4 maggio scorso è stato arrestato dai carabinieri dopo essere sfuggito il 19 dicembre alla maxi-operazione “Rinascita-Scott” che lo vede accusato di essere il collettore delle estorsioni per conto dei clan vibonesi. Infine, assoluzione per non aver commesso il fatto nei confronti di Francesco Limardo, 57 anni, di Motta Filocastro.

In precedenza, attraverso degli stralci, avevano beneficiato della prescrizione anche altri imputati vicini ai clan Lo Bianco di Vibo, Mancuso di Limbadi, Il Grande di Parghelia.

Nel collegio di difesa gli avvocati Giuseppe Di Renzo (per Giofrè Gregorio), Antonio Porcelli, Francesco De Luca , Francesco Alessandria, Pamela Tassone.  

Nazzareno Lopreiato

L’attività investigativa da cui scaturiva “Minosse 1” era stata diretta dal luogotenente dell’Arma, Nazzareno Lopreiato, e si era conclusa il 10 febbraio 2005 con 16 arresti e 14 informazioni di garanzia. Alcuni indagati avevano poi scelto il rito abbreviato riportando delle condanne, altri avevano patteggiato la pena. Alla base dell’impalcatura accusatoria, anche una serie di intercettazioni che avevano fatto emergere un traffico di droga fra il Vibonese e Firenze, oltre ad un consistente “giro” di armi. La cocaina sarebbe arrivata nel Vibonese dalla Colombia, mentre la marijuana di provenienza albanese, una volta sbarcata a Taranto, proseguiva sino a Vibo Valentia. Qui veniva spacciata davanti alle scuole ed in piazza Municipio, dove i carabinieri sono pure riusciti a filmare il passaggio dell’erba.

Da quanto emergeva dai fascicoli dell’inchiesta, inoltre, dopo la consegna di un carico di cocaina, almeno quattro corrieri colombiani sarebbero stati uccisi ed i loro corpi si troverebbero nelle campagne di Rosarno, tranne uno che sarebbe stato gettato nel fiume Mesima. Omicidi che avrebbero provocato una durissima reazione da parte dei colombiani. Nonostante “Minosse 1” fosse uno dei dibattimenti più importanti da celebrare dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia, la carenza cronica di magistrati e la cattiva gestione della “macchina giustizia” ha portato il processo a rinvii su rinvii ed oggi alle ultime prescrizioni.

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