Scempio ambientale a Coccorino, la politica cerca risposte dal sindaco di Joppolo
Due consiglieri di maggioranza ed un assessore chiedono al primo cittadino di fornire molteplici chiarimenti in Consiglio comunale, mentre la Procura di Vibo indaga e le nostre foto svelano tante cose…
Si muove anche la politica, o meglio una parte di essa, per avere spiegazioni chiare sullo scempio consumato a Coccorino dove alcuni lavori iniziati in un fondo privato hanno portato alla rottura del muretto del lungomare ed alla realizzazione di un molo totalmente abusivo e mai autorizzato. Una vicenda grave finita all’attenzione della Procura di Vibo Valentia, della Guardia costiera e dei carabinieri che hanno avviato le indagini per risalire agli autori dei misfatti. Intanto, però, il caso dei lavori pubblici a Coccorino, gestiti con procedura di somma urgenza (anche a Joppolo) e dove ancora non è ben delineato il confine fra pubblico e privato, rischia di esplodere in Consiglio comunale e travolgere l’amministrazione comunale di Joppolo sinora uscita allo scoperto solo per rimarcare di non aver autorizzato i lavori per realizzare alcun molo sull’arenile di Coccorino, ma rimasta muta dinanzi alla nostra inchiesta giornalistica che ha documentato come l’escavatore utilizzato per i lavori alla foce del torrente Mandricelle – questi sì autorizzati e per i quali sono stati spesi con affidamento diretto oltre settemila euro in favore della ditta Remac di Massimo Restuccia – sia stato guidato (per sua stessa ammissione) da Paolo Ripepi, ovvero da un pluripregiudicato condannato con sentenza definitiva per associazione mafiosa quale componente del clan Mancuso. [Continua]
La richiesta del Consiglio comunale. Se sulla vicenda tace al momento persino la minoranza consiliare, da due consiglieri di maggioranza – Giovanni Preiti e Vittorio Vecchio – arriva invece la richiesta alla presidente del Consiglio di Joppolo, Florinda Albino, di convocare il civico consesso per inserire una loro proposta di delibera. Non si tratta di una richiesta proveniente da due consiglieri comunali qualsiasi: Giovanni Preiti è stato infatti sino a qualche mese fa assessore comunale, mentre l’avvocato Vittorio Vecchio è da sempre uno dei principali esponenti in Consiglio e più volte ha fatto da valido supporto per diverse pratiche all’amministrazione comunale. Accanto a loro, anche Ambrogio Scaramozzino che non è solo un consigliere comunale di maggioranza ma è soprattutto un assessore (l’altro è Dino Sterza) della giunta comunale guidata dal sindaco Carmelo Mazza.
I proiettili per Panzitta e i danni all’ambiente. Accanto alla condanna per il ritrovamento lunedì 25 maggio, su una serranda di un locale del Municipio di Joppolo, di una busta attaccata con del nastro adesivo contenente sei proiettili ed un rosario, indirizzata al geometra e tecnico comunale Sabatino Panzitta – fra l’altro direttore dei lavori sul lungomare di Coccorino – Giovanni Preiti, Vittorio Vecchio e Ambrogio Scaramozzino puntano ad un Consiglio comunale che dia mandato al sindaco, Carmelo Mazza, di assumere “con urgenza tutti gli atti propedeutici e conseguenziali affinché l’amministrazione comunale di Joppolo, al fine di ottenere l’esemplare punizione dei colpevoli e il risarcimento dei danni, si costituisca da subito parte civile nei confronti dei responsabili, committenti ed esecutori materiali, nonché nei confronti di quanti hanno eventualmente concorso nella consumazione dei reati ipotizzati e ipotizzabili in danno dell’ambiente e di beni pubblici sottratti all’uso della collettività”.
Le risposte ai quesiti più spinosi. Ma com’è arrivato l’escavatore sul lungomare di Coccorino? Per conto di chi ha realizzato un molo sull’arenile sfondando e distruggendo il muretto del lungomare? Il privato che ha livellato il proprio terreno, tolto o fatto togliere enormi massi dalla sua proprietà e che poi – stando anche alla testimonianza raccolta attraverso le telecamere di Lacnews24 – sono finiti a mare per realizzare un piccolo molo, da chi è stato autorizzato? A tali quesiti dovrà rispondere il sindaco Carmelo Mazza. Scaramozzino, Preiti e Vecchio hanno infatti chiesto al primo cittadino di riferire in Consiglio sui “provvedimenti amministrativi che sono alla base dell’esecuzione di tali lavori, sulle modalità di affidamento degli stessi, nonché sulle eventuali comunicazioni da parte della ditta affidataria in relazione ai mezzi e alla forza lavoro impiegati”.
I mezzi impiegati a Coccorino. Se si sta alla versione di Paolo Ripepi, lo stesso avrebbe guidato altro escavatore solo il giorno dopo la rottura del muretto del lungomare, la realizzazione abusiva del molo ed i lavori nel terreno del privato (una parte del quale è stato sottoposto a sequestro). Dunque, un escavatore fra sabato 9 maggio e domenica 10 maggio sarebbe sceso a Coccorino, realizzato dei lavori in un fondo privato, rimosso alcuni enormi massi, rotto il muretto del lungomare, realizzato un molo abusivo e poi sparito nel nulla. Chi lo guidava? I proprietari del terreno – di cui uno il 20 maggio scorso ha presentato, fra l’altro, al Comune di Joppolo (come ogni anno) richiesta per il rilascio di una concessione demaniale marittima a carattere stagionale per la posa di sdraio, sedie, tavolini e ombrelloni proprio sul lungomare di Coccorino accanto allo scempio ambientale e dinanzi al proprio terreno – cosa sanno in merito?
Domande al momento senza risposta, atteso che proprio i proprietari del terreno alla stampa non hanno voluto rilasciare dichiarazioni. E’ credibile che solo lunedì 11 maggio sia sceso a Coccorino l’escavatore guidato da Paolo Ripepi impegnato nei lavori (a regola d’arte?) nel fosso Mandricelle autorizzati dal Comune? E fra la ditta aggiudicataria dei lavori con affidamento diretto (da parte del Comune) e Paolo Ripepi, che rapporto di lavoro intercorre?
Le foto e l’escavatore uguale. In questa storia dove di tutto si avrebbe bisogno, tranne che del silenzio (lo stesso silenzio che sul territorio di Joppolo negli scorsi anni ha permesso di realizzare impunemente scempi ambientali anche più gravi e che abbiamo sempre documentato con apposite inchieste giornalistiche), a “parlare” sono però le foto di cui siamo entrati in possesso.
L’escavatore entrato in azione con la rottura del muretto del lungomare ed impegnato a realizzare un molo abusivo – e che la scia di terra sembra chiaramente indicare come proveniente dal terreno privato – è identico per colore, modello e grandezza a quello fotografato nel torrente Mandricelle ed impegnato nei lavori autorizzati dal Comune con alla guida, in tale ultimo caso, il pluripregiudicato Paolo Ripepi. Quando si dice il caso…! Saranno le indagini della Procura di Vibo Valentia, guidate dal procuratore capo Camillo Falvo, a chiarire tutti i profili penali della vicenda. Per intanto la politica locale chiede spiegazioni sull’accaduto al sindaco Carmelo Mazza. Non resta, quindi, che attendere…
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