Bancarotta fraudolenta: assolto imprenditore a Vibo
Non regge l’impalcatura accusatoria all’esito del processo dinanzi al Tribunale collegiale
Assolto perché il fatto non costituisce reato. Questo il verdetto del Tribunale collegiale di Vibo Valentia nei confronti dell’imprenditore Massimo Costanzo, 47 anni, di Briatico, imputato per il reato di bancarotta fraudolenta. Secondo l’accusa,in qualità di legale rappresentante della società “Edil Costanzo sas di Massimo Costanzo & C.”, allo scopo di procurare a se stesso o ad altri un ingiusto profitto o di recare pregiudizio ai creditori, avrebbe tenuto i libri e le scritture contabili in maniera tale da non rendere possibile la corretta ricostruzione del patrimonio e del movimento degli affari. Più precisamente, stando all’impalcatura accusatoria, Massimo Costanzo avrebbe sottratto il libro degli inventari relativi a i tre anni antecedenti al fallimento, con i registri Iva tenuti in modo da non consentire la ricostruzione del patrimonio della società fallita.
A seguito dell’istruttoria dibattimentale, in cui è stato sentito in aula il maresciallo della Guardia di Finanza, è stata poi acquisita (su consenso della difesa rappresentata dall’avvocato Demetrio Procopio) la relazione fallimentare ed è stato sentito anche lo stesso Massimo Costanzo che si è sottoposto ad esame. L’avvocato Procopio è riuscito così a dimostrare che la condotta posta in essere dall’imputato è stata rispettosa della legge – tanto che pure il pm ha chiesto l’assoluzione – e da qui l’assoluzione da parte del Tribunale collegiale di Vibo Valentia presieduto dal giudice Tiziana Macrì.
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