venerdì,Novembre 22 2024

Omicidio di Filippo Ceravolo, il legale della famiglia: «Sia fatta giustizia»

L’avvocato Giovanna Fronte e il papà del ragazzo di Soriano ucciso per errore nel 2012 si appella alla magistratura per identificare gli autori di un fatto di sangue rimasto impunito

Omicidio di Filippo Ceravolo, il legale della famiglia: «Sia fatta giustizia»
Filippo Ceravolo

“Un altro anno è trascorso, un altro anno di silenzio, di risposte mancate. Un fascicolo resta chiuso in uno scaffale della Procura con nomi e cognomi di presunti responsabili scritti sulla sua copertina: le prove non sono sufficienti per poter celebrare un giudizio nei loro confronti. La famiglia Ceravolo il giudizio invece lo ha già subito, in unico grado, senza appello e cassazione e con pena definitiva e certa, senza sconti. La famiglia Ceravolo sta scontando la pena dell’assenza: l’assenza di un figlio, l’assenza di una giustizia umana, l’assenza di risposte”. E’ quanto afferma l’avvocato Giovanna Fronte per ricordare Filippo Ceravolo, il diciannovenne di Soriano ucciso per errore in un agguato avvenuto il 25 ottobre del 2012 a Pizzoni. Purtroppo, in qualità di legale di Martino Ceravolo e della sua famiglia,  sono costretta pure io a circoscrivere questa assenza e a non poter prospettare risposte. Ad onor del vero ci aspettavamo che le ultime imponenti operazioni di polizia che hanno scavato in ogni angolo della provincia vibonese, potessero dare indicazioni di speranza.

E’ veramente paradossale che per questo omicidio nessuno possa dare indicazioni fondate e che possa restare nel buio più profondo. Ovviamente nessuno potrà mai restituire Filippo alla sua famiglia ma sapere, almeno, che i suoi assassini sono assicurati alle patrie galere è doveroso ed è per questo che non possiamo permetterci il lusso di non appropriarci del giorno del compleanno o dell’anniversario dell’omicidio per parlare ancora di Filippo e della necessità che lo stesso riceva la giustizia che si merita, anche solo come gesto di riconoscenza alla immensa fiducia che Martino e la sua famiglia hanno nei confronti  della magistratura”.

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