martedì,Novembre 26 2024

Truffa e falso: operazione “Phishing”, la Procura di Vibo chiede 6 rinvii a giudizio

Contestata anche l’associazione a delinquere. Il gruppo avrebbe operato nel Vibonese, nel Cosentino ed in Piemonte

Truffa e falso: operazione “Phishing”, la Procura di Vibo chiede 6 rinvii a giudizio

Associazione a delinquere, falso e truffa. Questi i reati contestati a 6 indagati nell’ambito dell’operazione denominata “Phishing” nei cui confronti il pm della Procura di Vibo Valentia, Concettina Iannazzo, ha chiesto al gup il rinvio a giudizio. Si tratta di: Antonio Abate, 39 anni, di Longobardi, frazione di Vibo Valentia; Rocco Foti, 35 anni, di Vibo Marina; Rosario Foti, 55 anni, di Vibo Marina; Samantha Travaglia, 24 anni, originaria di Stefanaconi ma domiciliata a Vibo Marina; Rocco Visciglia, 42 anni, di Acquaro e Vincenzo Melluso, 42 anni, di Vibo Valentia;

Abate è accusato di essere stato il promotore dell’associazione a delinquere, Rocco e Rosario Foti sarebbero invece intestatari di sim e carte prepagate utilizzate nella commissione di singole truffe, mentre Visciglia sarebbe autore di diverse truffe in prima persona, con Melluso che si sarebbe occupato pure lui di truffe in prima persona e di falsificare documenti di identità e titoli bancari. Travaglia avrebbe infine collaborato con i Foti. Le truffe scoperte dai carabinieri e dalla Procura di Vibo con l’operazione “Phishing” sarebbero state commesse nel Vibonese, nel Cosentino ed in Piemonte con il versamento agli arrestati, da parte di clienti on line, di somme di denaro per merce (telefonini, strumenti musicali e computer) mai consegnata fra il 2014 e gennaio 2015.

Il gruppo attraverso la pubblicazione di annunci on-line relativi alla vendita di strumenti musicali, materiale informatico e merce di vario tipo, sarebbe riuscito – secondo l’accusa – a truffare gli ignari acquirenti i quali, tratti in inganno da offerte talvolta accattivanti, avrebbero versato su carte prepagate o conti correnti riconducibili agli indagati il corrispettivo in denaro senza ricevere nulla in cambio.

L’attività d’indagine, avviata sul finire del 2014 e conclusasi nel febbraio del 2015, ha documentato quindi numerosi episodi di truffa e due degli indagati erano stati arrestati in flagranza di reato, colti mentre tentavano di truffare il titolare di una rivendita di articoli sportivi, pagando merce per un valore di circa duemila euro con assegni falsi. Nel colelgio di difesa figurano gli avvocati Demetrio Procopio, Salvatore Sorbilli e Nazzareno Latassa

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