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Emergenza coronavirus, altro detenuto vibonese lascia il carcere

Arresti domiciliari per Michele Lo Bianco, detto “Satizzu”, accusato di concorso in estorsione alla ditta impegnata nei lavori di completamento del Tribunale di Vibo

Emergenza coronavirus, altro detenuto vibonese lascia il carcere
Michele Lo Bianco

Lascia il carcere perché in caso di coronavirus la struttura penitenziaria di Benevento non sarebbe in grado di curarlo ed il soggetto – affetto da una serie di patologie – è incompatibile con il regime carcerario. E’ quanto deciso dal gip distrettuale di Catanzaro, Barbara Saccà, per Michele Lo Bianco, 45 anni, detto “Satizzu”, di Vibo Valentia, in accoglimento di un’istanza avanzata dall’avvocato Stefano Luciano. Nei confronti dell’indagato – arrestato nell’operazione “Rinascita-Scott” – è stata disposta la detenzione domiciliare a Vibo Valentia. Michele Lo Bianco è accusato di estorsione ai danni di un imprenditore.

Sulla sua condotta partecipativa, il collaboratore di giustizia Bartolomeo Arena, nell’interrogatorio del 6 novembre 2019, ha riferito che l’indagato sarebbe a disposizione della ‘ndrina dei Pardea (detti “Ranisi”),anche se veniva impiegato poco per la perpetrazione di azioni delittuose in quanto ritenuto chiacchierone”. Michele Lo Bianco avrebbe messo a disposizione del sodalizio la propria abitazione ubicata nella frazione di Bivona in occasione di alcune riunioni di ‘ndrangheta. Per il reato di associazione mafiosa, il gip aveva già in sede cautelare ritenuto non dimostrata la sua condotta partecipativa. [Continua dopo la pubblicità]

Domenico Macrì

Era tuttavia finito in carcere per estorsione e danneggiamento seguito da incendio, in concorso con Carmelo Chiarella e Domenico Macrì, ai danni dell’impresa aggiudicataria dei lavori di completamento del nuovo Tribunale di Vibo Valentia di via Lacquari. Il 14 marzo 2018 al capo cantiere della ditta è stata recapita anche una testa di agnello posizionata sulla sua autovettura (poi incendiata il 20 marzo 2018).

Carmelo Chiarella

Domenico Macrì avrebbe agito in qualità di mandante, Carmelo Chiarella quale esecutore materiale e Michele Lo Bianco formulando insistentemente reiterate richieste al capo cantiere di partecipare ai lavori di completamento del nuovo Tribunale di Vibo attraverso forniture di materiali.

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