Rinascita-Scott: lascia il carcere Antonio Lo Bianco
Arresti domiciliari per motivi di salute per uno dei promotori dell’omonimo clan di Vibo Valentia
Passa agli arresti domiciliari Antonio Lo Bianco, 72 anni, di Vibo Valentia, arrestato il 19 dicembre scorso nell’ambito dell’operazione antimafia della Dda di Catanzaro e dei carabinieri denominata “Rinascita-Scott”. Il provvedimento di scarcerazione è stato disposto dal gip distrettuale di Catanzaro, Barbara Saccà, che ha concesso la detenzione nella propria abitazione per il 72enne ritenuto un elemento di vertice dell’omonimo clan di Vibo Valentia, già condannato in via definitiva per associazione mafiosa nell’operazione “Nuova Alba” condotta nel 2007 dalla Squadra Mobile.
In “Rinascita-Scott” gli viene contestato nuovamente il reato di associazione mafiosa (per un arco temporale successivo a “Nuova Alba”) con il ruolo di promotore e organizzatore del clan, nonchè con compiti organizzativi e decisionali all’interno della cosca, promuovendo riunioni in prima persona per dirimire i contrasti fra le diverse articolazioni del clan Lo Bianco-Barba e per prendere le decisioni più importanti.
Oltre al ruolo apicale all’interno dell’associazione, gli vengono altresì contestate tre distinte ipotesi estorsive, pluriaggravate dalle finalità mafiose, nei confronti dei altrettanti imprenditori, fatti per i quali è chiamato a rispondere per una vicenda estorsiva in concorso con Lo Bianco Paolino, per altra in concorso con Domenico Macrì (detto Mommo).L’avvocato Giuseppe Bagnato, difensore di Antonio Lo Bianco, aveva proposto ricorso al Tribunale del Riesame contestando il quadro indiziario e cautelare, e chiedendo comunque la scarcerazione anche in ragione dell’età avanzata dell’indagato.
Il Tribunale del Riesame nel febbraio scorso ha però confermato la misura cautelare in carcere per Antonio Lo Bianco, proprio in ragione del ruolo di promotore a lui contestato, ravvisando pertanto la sussistenza di eccezionali esigenze cautelari. Successivamente, l’avvocato Giuseppe Bagnato ha proposto istanza al gip competente, corredata da documentazione e consulenze medico-sanitarie, rappresentando che la situazione di salute del cautelato, unitamente all’età avanzata dello stesso, fossero validi elementi da considerare ai fini dell’attenuazione della misura carceraria con quella meno afflittiva degli arresti domiciliari.Il gip distrettuale, valutando la fondatezza delle argomentazioni difensive, ha disposto la scarcerazione dell’indagato, detenuto al Pagliarelli di Palermo, concedendo allo stesso gli arresti domiciliari nella propria abitazione.
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