martedì,Dicembre 24 2024

Inchiesta “Poseidone”: chiesti 4 anni di reclusione per il vibonese Domenico Basile

Per la depurazione in Calabria richieste di pena pure per l’ex presidente della Regione Giuseppe Chiaravalloti

Inchiesta “Poseidone”: chiesti 4 anni di reclusione per il vibonese Domenico Basile

Concussione e falso. Questi i reati per i quali il pm della Procura di Catanzaro, Saverio Vertuccio, ha chiesto al Tribunale collegiale la condanna a 4 anni di reclusione per l’ex assessore regionale all’Ambiente (giunta di centrodestra) Domenico Basile, 65 anni, ingegnere di Vibo Valentia, mentre 2 anni e 8 mesi sono stati chiesti per Bruno Barbera, già commissario dell’Arpacal, accusato di concussione.  Il reato di concussione per Barbera e Basile fa riferimento alle presunte indebite verifiche effettuate sull’azienda dell’ex presidente degli industriali calabresi Pippo Callipo. L’avvocato Domenico Colaci, difensore di Basile, nel corso del suo intervento difensivo ha però documentato al Tribunale che all’epoca i controlli all’azienda di Callipo rientravano in una serie di verifiche programmate in tutte le aziende dell’intera regione e che erano non solo necessarie ma anche dovute. Un intervento difensivo, quello dell’avvocato Colaci, finalizzato a dimostrare la correttezza dell’operato di Basile nel caso di specie. 

Tre anni e 6 mesi di reclusione sono stati invece chiesti dal pm per l’ex presidente della Regione Calabria Giuseppe Chiaravalloti, accusato del reato di associazione a delinquere.

L’assoluzione è stata infine chiesta per l’ingegnere Antonio Caliò che risponde del reato di turbata libertà degli incanti.

Si tornerà in aula per la sentenza il 19 maggio. Gli imputati hanno tutti rinunciato alla prescrizione e da qui le richieste di condanna e assoluzione nel merito formulate dalla pubblica accusa che ha ereditato l’inchiesta denominata “Poseidone”, avviata nel 2005 sull’affare della depurazione in Calabria, dall’allora pm della Procura di Catanzaro Luigi De Magistris e poi chiusa dall’allora procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.

In altro troncone processuale undici posizioni della medesima inchiesta sono già state da tempo definite con sentenza di proscioglimento da parte del gup, mentre per altri 19 è stato dichiarato il non luogo a procedere per intervenuta prescrizione.

Oltre all’avvocato Domenico Colaci, impegnati nel collegio di difesa gli avvocati: Armando Veneto, Francesco Gambardella Francesco Scalzi, Aldo Aloi e Antonella Canino.

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