«Così ho trovato la fede nel sangue di Natuzza»: la straordinaria testimonianza del genetista napoletano
Ciro Di Nunzio, genetista forense esperto di Dna, è stato chiamato a studiare il caso della mistica di Paravati in vista del processo di beatificazione in corso: «Adesso sono certo dell’altra vita che ci attende»
«Qualcosa è successo nella mia vita. Sono certo adesso dell’ altra vita che ci attende, prima non mi ponevo tale interrogativo. Ero abituato a fidarmi soltanto di ciò che è dimostrabile. Adesso, Natuzza Evolo è diventata un punto di riferimento nella preghiera. So che non siamo soli». È la straordinaria testimonianza di vita di Ciro Di Nunzio, genetista e tossicologo forense che “Famiglia Cristiana” ha raccontato in un articolo a firma di Flavia Squarcio.
La scienza, la certezza di fatti scientifici e inconfutabili si scontrano con il cammino della fede, la fede professata da Natuzza Evolo, donna e mamma semplice e umile, per la quale è in corso il processo di beatificazione.
I simboli della Passione. Proprio per via dell’inchiesta canonica legata al processo di beatificazione la vita della mistica di Paravati si è intrecciata con quella di Ciro Di Nunzio, medico napoletano, esperto di ricerca applicata in ambito forense, al quale viene chiesto di analizzare le tracce di sangue lasciate dalla mistica. È nel periodo di Quaresima che i fenomeni si verificano con maggiore frequenza. Nel punto in cui il sangue delle stimmate della mistica cade su cuscini, federe o fazzoletti, formano simboli religiosi, l’anello del Rosario, l’Ostia, la Madonna sul globo terrestre.
Gli esami. Le analisi mirano ad accertare se quel sangue è realmente umano e se appartiene a Natuzza. L’approccio del medico è rigoroso e ben lontano da quello che si rivelerà poi una vera e proprio rivoluzione nella sua vita: «Ho accettato l’ incarico da uomo di scienza – racconta Di Nunzio (foto) a “Famiglia Cristiana” – soltanto per fornire un riscontro concreto, come se si trattasse di un qualunque altro caso e la questione da chiarire fosse semplicemente l’ individuazione del profilo genetico dell’ ipotetico sospetto, partendo dalle tracce biologiche lasciate dal soggetto sulla scena di un delitto».
La riscoperta della fede. Le analisi dimostrano che si tratta di sangue umano, i profili genetici sono di una donna, e tutti riconducibili a Natuzza Evolo. Da quel giorno la vita di Ciro cambia per sempre: «Non tutto può essere spiegato scientificamente, alcune cose non possono essere ricostruite razionalmente né dimostrate. Nelle lunghe ore trascorse in laboratorio a cavallo tra reperti e pensieri, tra il concreto e lo spirito, ti poni domande: ti interroghi su una spiritualità forse da troppo tempo accantonata, fai i conti con la fede».