martedì,Novembre 26 2024

Corruzione: arrestato a Catanzaro il giudice Petrini – Video

Indagati anche due avvocati. Soldi, regali e donne per aggiustare processi e sentenze

Corruzione: arrestato a Catanzaro il giudice Petrini – Video
La Corte d'Appello di Catanzaro

Ordinanza di custodia cautelare eseguita questa mattina dalla Guardia di finanza di Crotone in esecuzione di un provvedimento emesso dal gip del Tribunale di Salerno su richiesta della locale Dda.  Fra gli arrestati c’è Marco Petrini, giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, oltre a due avvocati: uno del foro di Catanzaro, Marzia Tassone di Davoli con studio a Soverato, l’altro di Locri, Francesco Saraco. Le accuse sono di corruzione in atti giudiziari (in taluni casi aggravata dalle finalità mafiose). Le indagini, avviate nel 2018, hanno permesso di ricostruire una sistematica attività corruttiva nei confronti del un presidente di sezione della Corte di Appello di Catanzaro nonché presidente della commissione provinciale tributaria del capoluogo di regione.

Gli indagati accusati di corruzione avrebbero promesso e consegnato al magistrato, a più riprese, consistenti somme di denaro in contanti, oggetti preziosi ed utilità come prestazioni sessuali in cambio dell’intervento del magistrato per ottenere nei processi sentenze o provvedimenti a loro favorevoli.
In alcuni casi i provvedimenti favorevoli richiesti dal magistrato e da quest’ultimo promessi e/o assicurati erano diretti a vanificare, mediante assoluzioni o consistenti riduzioni di pena, sentenze di condanna pronunciate in primo grado dai Tribunali del distretto di Catanzaro o sequestri patrimoniali in applicazione della normativa antimafia, nonché sentenze in cause civili e accertamenti tributari.

Oltre al magistrato una figura centrale del sistema corruttivo sarebbe stato un medico in pensione, Emilio Santoro, ex dirigente dell’azienda sanitaria provinciale di Cosenza. Costui, oltre a stipendiare mensilmente il magistrato per garantirsi l’asservimento delle sue funzioni, si sarebbe prodigato per procacciare nuove occasioni di corruzione proponendo ad imputati, o parenti di imputati condannati in primo grado nonché a privati soccombenti in cause civili, decisioni favorevoli in cambio del versamento di denaro, beni o altre utilità.

Le azioni corruttive, e documentate anche con attività di intercettazioni audio e video, sarebbero servite anche a far ottenere il vitalizio a un ex politico calabrese (Giuseppe Tursi Prato) che nel corso della quinta legislatura regionale ricopriva la carica di consigliere della Regione Calabria. Quest’ultimo era stato condannato nel 2004 alla pena detentiva di 6 anni di reclusione con l’interdizione perpetua dai pubblici uffici e per tale motivo era decaduto dal relativo assegno vitalizio per la carica rivestita. Altre azioni corruttive sarebbero servite ad agevolare alcuni candidati nel concorso per l’abilitazione alla professione di avvocato.

È stata altresì accertata nel corso delle indagini la grave situazione di sofferenza finanziaria in cui versava il magistrato arrestato, compiutamente ricostruita sulla base di accertamenti bancari e sulla base delle conversazioni intercettate. Si tratterebbe di situazioni cronicizzate che avrebbero posto il giudice Petrini nella necessità di procurarsi la disponibilità, oltre che dello stipendio di magistrato e dei compensi quale giudice tributario, di somme di denaro in contante
anche per mantenere l’elevato tenore di vita. Durante la perquisizione nell’abitazione del magistrato è stata rinvenuta è sequestrata la somma contante di settemila euro custodita all’interno di una busta. Oltre all’esecuzione delle misure cautelari sono state disposte ed effettuate numerose perquisizioni nei confronti di altri indagati, terzi e società.

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