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Operazione “Rinascita-Scott”: in due lasciano il carcere

Obbligo di firma in un caso, domiciliari in un altro. Si è intanto svolto l’interrogatorio del latitante consegnatosi a Catanzaro

Operazione “Rinascita-Scott”: in due lasciano il carcere

Una totale scarcerazione ed un passaggio dal carcere ai domiciliari. A seguito degli interrogatori di garanzia dinanzi al gip si registrano due nuove decisioni per gli indagati dell’inchiesta “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro condotta sul campo dai carabinieri. Lascia il carcere di Siano e viene rimesso in libertà con il solo obbligo di firma Antonio Profeta, 42 anni, di Vibo Valentia, difeso dall’avvocato Salvatore Sorbilli. Revoca invece della misura cautelare in carcere e sostituzione con quella degli arresti domiciliari per Nicola Murmora, 29 anni, di Pizzo, difeso dagli avvocati Brunella Chiarello e Pasquale Michele Contartese.

Secondo l’accusa, fra marzo ed aprile 2014, Antonio Profeta, Sergio Gentile, 41 anni, Emilio Gentile, 50 anni, Antonio Iannello, 40 anni, e Domenico Lo Bianco, 42 anni, detto “Mimmu u Zazzu”, si sarebbero ripetutamente recati sotto l’abitazione di Domenico Paglianiti ponendo in essere alternativamente ed in varie occasioni condotte di natura minatoria, quali insistenti appostamenti sotto casa con urla e minacce all’indirizzo di quest’ultimo. Gli indagati, tutti di Vibo Valentia, avrebbero quindi costretto Anna Rosa Scrugli al pagamento di una somma di denaro dell’importo di 150 euro a Sergio Gentile, a fronte di un pregresso credito vantato da quest’ultimo nei confronti del figlio Domenico Paglianiti. Rispondono tutti del reato di estorsione. A permettere di ricostruire l’episodio, le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Andrea Mantella e Raffaele Moscato.

Nicola Murmora è invece accusato di tentato omicidio poiché il 2 agosto 2017 per motivi “abietti e futili riconducibili al desiderio di vendetta per le violenze perpetrate precedentemente dalla vittima e dal gruppo di quest’ ultima nel corso di una rissa, alla guida di un’autovettura avrebbe tentato di uccidere Domenico Camillò investendolo con l’auto mentre quest’ultimo percorreva a piedi la via Marcello Salomone in Pizzo, scaraventandolo a terra e non riuscendo nell’intento per cause diverse dalla propria volontà. In precedenza Domenico Camillò, nel corso della rissa aveva violentemente percosso Francesco Murmora, fratello di Nicola.

Dinanzi al gip Battaglia ha intanto risposto oggi, nel corso dell’interrogatorio di garanzia, Marco Startari, 30 anni, di Vibo Valentia sfuggito il 19 dicembre scorso all’operazione “Rinascita-Scott” e consegnatosi ieri nel carcere di Catanzaro. E’ difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Salvatore Sorbilli ed è accusato del reato di associazione mafiosa e in particolare di far parte del clan di Vibo Valentia guidato da Salvatore Morelli, Mommo Macrì e Domenico Pardea. Altra accusa riguarda invece il concorso in estorsione ai danni di Antonio Del Giudice, titolare della concessionaria motociclistica di Vibo ad insegna “Motostore”.

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