Rinascita-Scott: latitante vibonese si consegna in carcere
E’ accusato di estorsione ai danni di un concessionario di moto di Vibo. Diversi ancora gli irreperibili. Lascia il carcere ventenne di Ionadi
Si è costituito nel carcere di Catanzaro Marco Startari, 30 anni, di Vibo Valentia, sfuggito il 19 dicembre scorso all’operazione “Rinascita-Scott” della Dda di Catanzaro e dei carabinieri. Marco Startari – difeso dagli avvocati Giuseppe Di Renzo e Salvatore Sorbilli – è accusato del reato di associazione mafiosa e in particolare di far parte del clan di Vibo Valentia guidato da Salvatore Morelli, Mommo Macrì e Domenico Pardea. L’interrogatorio di garanzia è fissato per domani mattina in carcere.
Marco Startari è inoltre accusato di concorso in estorsione in quanto – contattato dalla vittima Antonio Del Giudice, titolare della concessionaria motociclistica di Vibo ad insegna Motostore, nel tentativo di limitare le richieste estorsive – avrebbe ribadito che l’imprenditore “doveva pagare in quanto a Vibo Valentia era il proprio gruppo a comandare ed a poter pretendere il pagamento del “pizzo”. In tale circostanza veniva contestato alla vittima quello che i malviventi ritenevano come “un cattivo comportamento – sottolinea il gip – posto in essere nelle precedenti circostanze e consistito: nella mancata cessione del ciclomotore a Francesco Antonio Pardea, nelrifiuto a concedere lo sconto alla zia di Salvatore Morelli, nonché nel mancato sostegnoeconomico alla famiglia di Francesco Scrugli; in virtù di tali contestazioni mosse dal gruppo criminale, la richiesta estorsiva avanzata nei confronti di Del Giudice aumentava sino a cinquemila euro, per poi essere ridotta a 1.500 euro. In tale estorsione, seguita dalla collocazione di due cartucce (rinvenute il 14 dicembre 2016) per fucile nei pressi della saracinesca dell’attivitàcommerciale di Del Giudice, sono indagati anche: Carmelo Chiarella, 28 anni (arrestato), Rosa La Bella, 70 anni, Vincenzo Mantella, 33 anni (arrestato), Salvatore Morelli, 36 anni, Francesco Antonio Pardea, 33 anni (arrestato), Raffaele Pardea, 61 anni, tutti di Vibo Valentia.
Resta tuttora irreperibile Salvatore Morelli, alias “l’Americano”, ritenuto al vertice del gruppo un tempo guidato da Andrea Mantella (dal 2016 divenuto collaboratore di giustizia). Latitante anche Rosario Pugliese, 54 anni, alias “Saro Cassarola”, accusato di associazione mafiosa ed altri reati-fine ed in particolare di essere a capo dell’omonima ‘ndrina con competenza sul quartiere Affaccio di Vibo Valentia.
Irreperibile anche Agostino Papaianni, 69 anni, di Coccorino di Joppolo, accusato di associazione mafiosa, operando in costante collegamento con il clan Mancuso di Limbadi e La Rosa di Tropea, attivandosi nel settore delle estorsioni nella zona di Ricadi. Latitanti pure i fratelli Pasquale e Domenico Bonavota, di 46 e 41 anni, ritenuti ai vertici dell’omonimo clan di Sant’Onofrio.
Lascia invece in carcere Francesco Angelieri, 20 anni, di Ionadi. In questo caso, l’avvocato Giuseppe Di Renzo aveva ottenuto dal gip distrettuale il trasferimento degli atti al competente Tribunale per i minorenni in quanto al momento del reato contestato il suo assistito non aveva ancora raggiunto la maggiore età. Il gip del Tribunale per i minori ha quindi oggi annullato l’ordinanza ed il giovane è stato scarcerato.
Francesco Angelieri è invece accusato di estorsione aggravata dalle modalità mafiose. Secondo l’accusa, in concorso con Giuseppe Palmisano, 21 anni, di Vibo (arrestato) avrebbe costretto il titolare del negozio di abbigliamento “Babilonia jeans” di Vibo Valentia a vendergli cinque paia di pantaloni, due felpe (di cui una destinata ad Alessio Patania, 21 anni, di Vibo, arrestato) ed un giubbotto “all’irrisorio prezzo di 30 euro”.
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