Violazione sorveglianza speciale: convalidato arresto di Giovanni Mancuso
Il giudice ha poi disposto l’obbligo di presentazione ai carabinieri per tre volte a settimana. Venerdì è stato condannato a 9 anni per usura nel processo “Black money”
Convalidato dal giudice Giovanna Taricco del Tribunale di Vibo Valentia l’arresto di Giovanni Mancuso, 76 anni, arrestato martedì sera (e posto ai “domiciliari”) dai carabinieri di Limbadi poiché sorpreso nei pressi della sua abitazione in compagnia di un pregiudicato di Mileto. La Procura aveva chiesto la misura cautelare degli arresti domiciliari, il giudice ha disposto l’obbligo di presentazione ai carabinieri per tre volte a settimana su richiesta degli avvocati Francesco Stilo e Giuseppe Di Renzo. Il giudice ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza nel reato di violazione della sorveglianza speciale contestato a Giovanni Mancuso, essendo stato sorpreso con un pregiudicato di Mileto, la stessa persona in compagnia della quale era già stato arrestato nel novembre del 2015 mentre si trovava agli arresti domiciliari. La difesa di Giovanni Mancuso ha poi chiesto un termine a difesa ed il processo è stato rinviato al 17 maggio prossimo.
Oltre che nel processo “Black money”, Giovanni Mancuso è pure coinvolto nel processo “Genesi” dove in primo grado è stato condannato dal Tribunale di Vibo Valentia a 6 anni di reclusione per il reato di associazione mafiosa. Il processo di secondo grado a Catanzaro è invece ancora in corso.
Nel processo “Black money” Giovanni Mancuso, insieme al fratello Antonio, era accusato di aver diretto, in epoca successiva alla contestazione già giudicata nel processo “Genesi”, un “organismo centrale gerarchicamente sovraordinato rispetto a più rami operativi autonomi” del potente clan di Limbadi, assumendo la qualità di “organizzatore, capo e promotore dell’intera organizzazione criminale”. Nei suoi confronti il pm Marisa Manzini aveva chiesto 29 anni di reclusione complessivi, ma il Tribunale collegiale di Vibo Valentia – all’esito dell’istruttoria dibattimentale – non ha ritenuto valida l’impalcatura accusatoria, assolvendo Giovanni Mancuso dal reato di associazione mafiosa e condannandolo invece a 9 anni per il reato di usura.